Newsletter: Parashat Naasò 5771

Dvar Torà
basato su “Growth Through Torah” di Rav Zelig Pliskin
La Torah afferma:
"E dopo il Nazir potrà bere il vino" (Numeri 06:20).
Dopo che il nazir ha completato l'intero processo descritto dalla Torà, egli potrà bere il vino ancora una volta. Ma allora perchè la Torà chiama ancora costui nazir in questo versetto? Oramai non si trova più nello stato di essere un nazir!? 
Rav Moshè Alshich spiega che quando una persona ha passato  un periodo di trenta giorni in stato di nazir, si eleva ad un livello elevato di spiritualità. Alla fine di questo periodo si trova  ancora ad un livello tale che, anche se beve vino, tale consumo è ancora quello di una persona al livello spirituale di un nazir.
Due persone possono bere lo stesso vino, ma la profondità di ciò che sta dietro il loro comportamento può essere completamente diversa. I seguenti due episodi lo dimostrano chiaramente:
Rabbi Mordechai Gifter, ex Rosh HaJeshivà di Telz, era in aereo. Uno dei motori  prese fuoco e il pilota annunciò   atterraggio di emergenza in una città vicina. Un passeggero chiamò l'assistente di volo, "dammi un ultimo
drink prima di morire!" Una persona che si identifica totalmente con il suo corpo e non con l’  anima mantiene questo atteggiamento anche nell’ultimo minuto di  vita. (L'aereo atterrò senza problemi senza perdite umane.)
Il secondo episodio riguarda uno studioso di Torà, molto zaddik,  che per tutta la  vita aveva negato a sé molti piaceri della vita. Quando era sul letto di morte, chiese, "Per favore, portatemi un bicchiere di vino prima di morire. Tutta la mia vita ho negato  piaceri al  corpo . Ora  voglio chiedergli perdono corpo e mi auguro di placarlo con un bicchiere di vino ". Questo giusto si è identificato totalmente con la sua anima. Il suo drink finale  era allo stesso livello spirituale del nazir.


A proposito di Shavuot : Stare in piedi durante la lettura dei Dieci Comandamenti; Decorare il Bet HaKenesset
La lettura della Torà, la mattina del primo giorno di Shavuot comprende gli Asseret HaDibberot (i Dieci Comandamenti). 
Bisogna  stare in piedi durante la lettura dei Dieci Comandamenti? 
Nel momento in cui i Dieci Comandamenti sono stati proclamati, tutti i Figli di Israele stavano in piedi, davanti al Monte Sinai:Per questo c’è chi ritiene opportuno rimettere in scena questo evento in piedi nella sinagoga durante la lettura del racconto della Rivelazione sul Monte Sinai. 
Il Rambam (Rabbi Moshe Maimonide, Spagna-Egitto, 1135-1204) affronta la questione  e dice esplicitamente, al contrario, che non si dovrebbe stare in piedi durante questa lettura. Egli scrive che se ci comportiamo durante la lettura di una parte della Torà con un maggiore rispetto ad altre parti, possiamo dare l'impressione che solo quella parte proviene dal Signore, mentre il resto è meno importante . Noi sappiamo invece che ogni lettera della Torà, e così perfino ogni corona che adorna certe lettere, è stato data dal Signore a Mosè sul Monte Sinai, e dobbiamo quindi assicurarci di non dare l'impressione che HaShem ci abbia dato solo i Dieci Comandamenti. Pertanto, non si deve stare in piedi durante la lettura dei Dieci Comandamenti.
Si può stare in piedi però se il proprio padre, nonno o un rabbino vengono chiamati a sefer per la lettura dei Dieci Comandamenti, come d’abitudine per loro rispetto. In tal caso bisogna alzarsi immediatamente  quando il padre si incammina verso la tevà, al fine di rendere chiaro che ci siamo alzati per la persona che è stata chiamata a sefer, e  non perchè diamo più rispetto a questo brano che agli altri . [In ogni caso ognuno deve seguire la sua usanza, e quindi quando l’uso del luogo è di stare in piedi sicuramente non bisogna comportarsi diversamente dagli altri].
Vi è un’usanza diffusa di decorare la sinagoga con fiori profumati, rami e alberi per la festa di Shavuot. Il Midrash dice che HaShem decorò il Monte Sinai con spezie profumate e piante per l'evento del Matan Torà, e pertanto anche noi, in ricordo di questo evento, orniamo la sinagoga con piante e fiori. Usiamo proprip fiori e rami di alberi anche perché a Shavuot siamo giudicati per quanto riguarda la qualità dei frutti. 
Il Gaon di Vilna (Rabbi Eliyahu di Vilna, 1720-1797) si è opposto a questa pratica, sostenendo che essa viola il divieto di seguire i costumi dei Gentili. Invece Rav Josef Caro nel Bet Yosef scrive esplicitamente che tale divieto si applica solo alle usanze che non si basano su alcun fattore razionale. Decorare la sinagoga in onore di Shavuot ha un fondamento razionale, come abbiamo visto, e quindi non si trasgredisce il divieto di "U-Bechukkotehem Lo Telechu" (Vayikra 18:3), che vieta di imitare le pratiche irrazionali dei Gentili. Così come, per esempio, è certamente ammissibile la cravatta, anche se i Gentili indossano cravatte, perché queste sono portate per lo scopo di apparire dignitosi, allo stesso modo, è consentito di decorare la sinagoga a Shavuot in ricordo del Mattan Torà, quando il Monte Sinai era decorato con piante profumate.

Pertanto, è sicuramente corretto osservare questa pratica  onorando e decorando la sinagoga con fiori e rami in onore di Shavuot. 
Riassunto: Non si dovrebbe stare in piedi durante la lettura dei Dieci Comandamenti, che viene letta durante Shavuot. Se il proprio padre, il nonno o il rabbino vengono chiamati a sefer per la lettura dei Dieci Comandamenti, si deve stare in piedi in loro onore, fin da quando cominciano a camminare verso il Sefer Torà affinchè sia chiaro che si sta in piedi  in loro onore, e non per dare onore speciale ai Dieci Comandamenti. (Chi usa però stare in piedi durante i Dieci Comandamenti ha su cosa appoggiarsi, ma è meglio che lo faccia dall’inizio della chiamata. In un posto in cui l’usanza è stare in piedi è vietato rimanere seduti). E' usanza decorare la sinagoga con fiori, rami e piante profumate a Shavuot per ricordare il Mattan Torà, quando il Monte Sinai era decorato con piante profumate. 
Shabbat shalom umevorach!

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