Newsletter: Parashat Bemidbar 5771

Dvar Torà
basato su “Growth Through Torah” di Rav Zelig Pliskin

La Torà afferma:
"
Con voi sia un uomo per ogni tribù, ognuno capo della sua casa paterna". (Numeri 1:4).
Che lezione di vita impariamo da questo versetto?
Una persona semplice e rozza, che proveniva da una famiglia molto distinta, stava discutendo con un saggio, che proveniva invece da una famiglia di non così nobili origini.
L'ignorante grossolano si vantava dei suoi illustri antenati: "Sono un rampollo di un grande popolo. I tuoi antenati sono nulla in confronto ai miei", diceva con arroganza. 
Lo studioso replicò: "Certo, tu vieni da una lunga stirpe di grandi persone. Sfortunatamente, questa lunga linea finisce con te. Mentre il mio albero genealogico inizia con me".
"Questa",  scrive  rav Moshe Chefez, autore di Melechet Machshevet, "è l'idea del nostro versetto. Ogni uomo dovrebbe essere il capo del lignaggio della sua famiglia. Egli dev’essere una persona elevata di per sé". 
Quindi, piuttosto che vantarsi di un lignaggio elevato, ci si dovrebbe concentrare su se stessi, facendo di sé una persona elevata.
Il lignaggio è paragonabile ad una carota perchè spesso la parte migliore è nella terra. In realtà, il lignaggio è come il numero "zero". Se tiri fuori qualcosa di te stesso inserisci un "uno" prima dello zero. Se invece ti comporti come uno "zero", allora tutto quello che hai sono due zeri. 
La tua lezione: è necessario vivere la tua vita in modo che la tua discendenza sarà orgogliosa di prendere in considerazione il loro antenato!

...A proposito di Shavuot – Perché mangiamo latticini, e particolarità del mese di Sivan
Oggi parleremo di alcune alachot tratte dal libro “Moed Lecol Chai” di Rav Chaim Falagi. Il libro tratta dei mesi dell’anno ebraico, dei giorni particolari di ogni mese e in generale su quale sia la peculiarità del mese.
Rav Chaim Falagi scrive che il mese di Sivan è propizio in particolare per lavorare sulla dote dell'umiltà e per impegnarsi nello studio della Torà. Aggiunge che non ci sono giorni migliori nel corso dell'anno  per acquisire la virtù dell'umiltà, per migliorare l’armonia tra ebrei, e per acquisire una maggiore comprensione della Torà. 
Scrive poi che nonostante il Bittul Torà (cioè la mancanza dello studio della Torà), e i peccati di Lashon HaRà (cioè il parlare male di una persona anche se dice cose vere) siano gravi durante tutto l'anno,  in questo mese la loro gravità è maggiore. Poiché questo è il mese in cui abbiamo ricevuto la Torà, dobbiamo  stare attenti che i nostri discorsi siano essenzialmente su Divrè Torà (cioè parole di Torà), e fare particolare attenzione alla Lashon HaRà e al Bittul Torà, che in questo mese presentano una negatività ancora più grande del solito.
Scrive poi su diverse usanze degli ebrei in Turchia (suo luogo di residenza). 
La vigilia di Shavuot usavano donare soldi ai talmidè chachamim che studiavano tutto il giorno, e che avevano bisogno di sostegno economico. Questo genere di donazione è una mizvà durante tutto l’anno, ma in particolare prima dei  giorni festivi (yamim tovim), e ancora di più prima di Shavuot, perché è la festa in cui ricordiamo il Matan Torà (cioè la ricezione della Torà).
In seguito a questo discorso gli uomini ricchi distribuivano con più entusiasmo somme di denaro ai talmide chachamim.
Rabbenu Chaim Falagi dà vari motivi all’usanza di mangiare latticini durante la festa di Shavuot. Uno degli ultimi motivi che riporta è il seguente: c’è chi dice che il motivo per cui si contano le sette settimane dell’ omer che vanno da Pesach a Shavuot è in corrispondenza ai sette giorni che una donna che era in uno stato d’impurità deve contare e aspettare prima di potersi purificare nel Mikvè. Quando siamo usciti dall'Egitto eravamo scesi fino al quarantanovesimo livello d’impurità. Pertanto 7 giorni non erano sufficienti per poterci purificare, ma avevamo bisogno di 7 volte 7 giorni! Così  potevamo purificarci dai  quarantanove livelli d’impurità e poter giungere in uno stato di purità al Mattan Torà. 
Prosegue spiegandoci che per una donna che allatta avere latte è una berachà (benedizione). Da dove si forma il latte materno? La Ghemarà spiega che il sangue della donna quand’essa non ha più il ciclo a causa dell’allattamento si trasforma in latte. Quindi, dato che la ragione per cui stiamo contando le 7 settimane è per purificarci,  come una donna conta 7 giorni da quando non vede più sangue per andare a purificarsi al Mikve, emuliamo anche il suo stato quand’è pura, cioè quando allatta, mangiando latticini, ricordando così la trasformazione da impurità a purità.

Shabbat shalom umevorach!

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