Visualizzazione post con etichetta 38. Parashat Korach. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta 38. Parashat Korach. Mostra tutti i post

Newsletter Parashat Corach 5773

La Parashàh… in brevissima!

Ci sono due ribellioni nella Parashàh di questa settimana. Nella prima, Corach, un levita che è stato nominato leader della propria tribù, sfida Moshè per la carica di sommo sacerdote. Nessuna ribellione che si rispetti può essere fatta passare come un desiderio di conquista personale, così Corach convince oltre 250 uomini di fama a ribellarsi per una questione di principio – ossia che ognuno di loro ha potenzialmente il diritto di essere eletto Sommo Sacerdote (dopo che Moshè ha già annunciato che HaShem ha designato suo fratello Aharon per svolgere questo ruolo).
Straordinariamente, tutte le 250 persone accettano la proposta di Moshè di portare un’offerta d’incenso per vedere chi HaShem sceglierà per svolgere quel ruolo. [Tranne uno, On ben Pelet, che viene salvato dalla moglie.] Questo significa che ognuno dei 250 uomini credeva di poter essere adatto non solo ad essere il prescelto, ma di sopravvivere alla prova. Moshè annuncia che se la terra si aprirà inghiottendo i ribelli, è il segnale che egli (Moshè) sta agendo secondo la Volontà di HaShem. E questo è proprio quello che accade!
Il giorno seguente, la congrega di Israele si ribella nuovamente lamentandosi nei confronti di Moshè: “Hai ucciso le persone di HaShem!”.
L’Eterno fa diffondere una piaga che uccide 14.700 persone [oltre coloro che erano già morti con la congrega di Corach], e che si ferma solo quando Aharon offre l’incenso.
Per risolvere la questione una volta per tutte, Moshè chiede ai capi delle tribù di portare un bastone con il proprio nome scritto su di esso. Il giorno seguente il bastone di Aharon fiorisce e produce alcune mandorle. Viene mostrata la cosa al popolo e il bastone di Aharon viene messo di fronte alla tenda dell’Arca della Testimonianza.

Dvar Toràh
basato su “Growth Through Torah” di Rav Zelig Pliskin

La Toràh afferma:
“Corach, figlio di Ytzhar, figlio di Kehat, figlio di Levi intraprese [una contesa], insieme a Datan e Aviram, figli di Eliav e On, figlio di Pelet, figli di Reuven. … Essi si associarono contro Moshè e Aharon”. (Bemidbar 16:1,3)
Quale era la motivazione di Corach per ribellarsi a Moshè?

 Corach ha provato a reclutare altri ribelli contro Moshè. Si lamentava del fatto che Moshè stesse prendendo troppa gloria e potere per se stesso e per suo fratello Aharon. “L’intera congrega è santa e HaShem è fra loro” diceva Corach. Voleva dare l’impressione di essere interessato all’uguaglianza e al benessere di tutto il popolo.
Rashi cita il Midrash Tanchuma in cui viene spiegato che Corach si ribella nei confronti di Moshè perché era geloso del principato di Elitzafan, figlio di Uzziel. Moshè aveva nominato Elitzafan sulla famiglia di Kehat sotto comando di HaShem. Corach però diceva: “Mio padre è uno di quattro fratelli. Amram era il primogenito e i suoi due figli (Moshè e Aharon) hanno ricevuto ruoli di prestigio. Uno è diventato re e l’altro sommo sacerdote. Su chi dovrebbe ricadere il prossimo ruolo di prestigio disponibile? Sicuramente su di me, il figlio di Ytzhar, che è il secondogenito. Però Moshè ha nominato Elitzafan come principe della famiglia di Kehat, anche se è discendente di un figlio più piccolo. Quindi mi ribellerò contro di lui e nullificherò le sue parole.”
Spesso quando una persona istiga una polemica è motivata dal desiderio di guadagno personale. Per riuscire a guadagnare seguaci però, dice di essere interessata al bene degli altri. Una persona dovrebbe essere consapevole di questa tendenza in modo da non essere indotta a partecipare a polemiche.

 

Corach (Devarim 16-18)

Tutti sulla stessa barca
Quando Moshè prega HaKadosh Baruch Hu per il bene del popolo ebraico, chiede come sia possibile che un solo uomo (Corach) trasgredisca i precetti di HaShem e HaShem si adira con l’intero popolo? Può un singolo uomo avere effettivamente effetto su tutta una nazione?
La risposta è si, certamente, si. Dal punto di vista di HaShem è facile da vedere – noi siamo responsabili uno per l’altro, e se una persona fa qualcosa che non va bene ne condividiamo tutti la responsabilità.
Questo concetto può essere compreso anche da un punto di vista pratico. I Chachamim ci forniscono un’analogia molto carina. È come se una persona si trova su una barca piena di persone e scava un buco sotto al suo posto. Gli altri gli urlano di fermarsi, ma egli non riesce a capire perché se la prendano con lui, dopo tutto sta scavando il buco solo sotto il suo sedile,non il loro!!
È facilmente riscontrabile nella pratica che l’abbattimento degli alberi nella foresta pluviale in Brasile ha effetti su chi vive in Australia. Allo stesso modo, chi vive in Cina e riempie l’atmosfera con gas ad effetto serra, causa al resto del mondo l’avanzamento del deserto. Però, l’analogia della barca ha senso anche da un punto di vista spirituale.
Tutti viviamo su una barca e quella barca è la nostra società. Se affonda, affondiamo tutti. Se va da qualche parte, andiamo tutti da quella parte. Se una persona è immorale nella propria casa quando nessuno la vede, sta comunque scavando un buco sotto al suo sedile. Perché abbassando il suo livello di moralità, ha effetti su tutti coloro che gli stanno intorno (e non solo). Che ci piaccia o no, rispondiamo uno per l’altro. Persone che si comportano bene ci portano in alto e chi si comporta meno bene ci porta in basso. Le persone sono influenzate da chi le circonda e ognuno fa parte del circondario dell’altro. Abbiamo effetti sugli altri in base a chi siamo e come ci comportiamo.
La trasgressione di un singolo uomo, ha effetti su tutto il popolo, seppur in modo relativamente lieve. Però, la somma di molte piccole decisioni possono avere un’influenza enorme. Le nostre decisioni e le nostre azioni contano, non solo per le nostre vite e per quelle di chi ci sta intorno.


È possibile durante Shabbat usare una saliera che contiene chicchi di riso o è considerato setacciare (Melachàh proibita durante Shabbat)?

Molte persone usano mettere nella saliera dei chicchi di riso in modo che assorbano l’umidità e il sale esca meglio. Quando si scuote la saliera, il sale esce fuori e i chicchi di riso restano dentro. A prima vista, questo potrebbe costituire il divieto di Meraked, una delle 39 categorie di azioni vietate durante Shabbat, ossia setacciare (rimuovere elementi indesiderati dalla farina, in modo che la farina scenda in basso attraverso i buchi del setaccio e le parti indesiderate restino in alto). Questo è esattamente quello che accade con una saliera contenente sale e riso, perché il sale scende e il riso resta nella saliera.
In ogni modo, Rabbì Moshè HaLevi, nella sua opera “Tefillàh LeMoshè”, permette di usare una saliera di questo tipo durante Shabbat, anche se contiene riso. Stabilisce questa normain base a diversi fattori. La saliera, a differenza del setaccio, non è uno strumento pensato appositamente per svolgere il ruolo di rimuovere elementi indesiderati dal cibo. Inoltre, quando si scuote la saliera non si ha l’intenzione di usarla come setaccio, ma si vuole solo che il sale cada sul cibo. Per di più, si usa la saliera durante il pasto, a differenza di quando si setaccia la farina, azione compiuta per la preparazione del cibo. Questo genere di “setacciamento” è quindi considerato “Derech Achilàh” – una normale parte del processo di mangiare, permessa dalla alachàh.

Riassumendo: è possibile usare una saliera durante Shabbat, anche se contiene chicchi di riso che rimangono in essa e il sale scende sul cibo.

  

Newsletter: Parashat Corach 5772


La Parashàh… in brevissima!

Ci sono due ribellioni nella Parashàh di questa settimana. Nella prima, Corach, un levita che è stato nominato leader della propria tribù, sfida Moshè per la carica di sommo sacerdote. Nessuna ribellione che si rispetti può essere fatta passare come un desiderio di conquista personale, così Corach convince oltre 250 uomini di fama a ribellarsi per una questione di principio – ossia che ognuno di loro ha potenzialmente il diritto di essere eletto Sommo Sacerdote (dopo che Moshè ha già annunciato che HaShem ha designato suo fratello Aharon per svolgere questo ruolo).
Straordinariamente, tutte le 250 persone accettano la proposta di Moshè di portare un’offerta d’incenso per vedere chi HaShem sceglierà per svolgere quel ruolo. [Tranne uno, On ben Pelet, che viene salvato dalla moglie] Questo significa che ognuno dei 250 uomini credeva di poter essere adatto non solo ad essere il prescelto, ma di sopravvivere alla prova. Moshè annuncia che se la terra si aprirà inghiottendo i ribelli, è il segnale che egli (Moshè) sta agendo secondo la Volontà di HaShem. E questo è proprio quello che accade!
Il giorno seguente, la congrega di Israele si ribella nuovamente lamentandosi nei confronti di Moshè: “Hai ucciso le persone di HaShem!”.
L’Eterno fa diffondere una piaga che uccide 14.700 persone, e che si ferma solo quando Aharon offre l’incenso.
Per risolvere la questione una volta per tutte, Moshè chiede ai capi delle tribù di portare un bastone con il proprio nome scritto su di esso. Il giorno seguente il bastone di Aharon fiorisce e produce alcune mandorle. Viene mostrata la cosa al popolo e il bastone di Aharon viene messo di fronte alla tenda dell’Arca della Testimonianza.

Dvar Toràh

Basato su “Growth Through Torah” di Rav Zelig Pliskin

La Toràh afferma:
“Corach, figlio di Ytzar, figlio di Kehat, figlio di Levi intraprese…” (Num. 16:1).
Perché ci viene descritta la genealogia di Corach?
Rashi spiega che il motivo che ha portato Corach a ribellarsi a Moshè è l’invidia nei confronti di un parente che ha ricevuto un onore che credeva spettasse a lui.
L’invidia è distruttiva. Impedisce alla persona di godersi le proprie benedizioni. Quando ci si concentra sui successi di un’altra persona e se ne soffre, si rischia di comportarsi in modo altamente controproducente. L’invidia è una delle tre caratteristiche  che possono totalmente distruggere una persona (Pirkè Avot 4:28). La rovina di Corach è avvenuta a causa di questa caratteristica. Non solo non ha ottenuto quello che desiderava, ma ha perso tutto quello che possedeva già.
Come si fa a superare l’invidia? Il segreto è concentrarsi su quello che si ha e su quello che puoi realizzare in questo mondo. L’invidia prende il sopravvento quando si fanno paragoni con gli altri. La cosa più bella che si possa avere in questo mondo è la felicità. Quando sai avere la meglio sulla tendenza ad essere invidioso concentrandoti su quello che hai ed essendone felice, non proverai più invidia nei confronti degli altri.

Programmare un timer (Shaon Shabbat) prima di Shabbat

La Ghemaràh, in massechet Shabbat (18a) tratta il caso di un mulino ad acqua che si aziona prima di Shabbat, così che durante Shabbat possa macinare il grano. Bet Hillel (la scuola del saggio Hillel) permette di farlo, perché tutte le operazioni sono compiute prima di Shabbat. Il meccanismo funziona indipendentemente durante lo Shabbat senza il coinvolgimento da parte dell’individuo che non trasgredisce in nessun modo lo Shabbat.
Questa regola è codificata dallo Shulchan Aruch (Orach Chaim 252:6), che aggiunge che perfino se il meccanismo produce un suono, può comunque essere programmato per funzionare per conto suo durante Shabbat.
Questa alachàh è la base per la diffusione dello “shaon Shabbat”, un timer che aziona e spenge le luci e altri elettrodomestici durante Shabbat. Quindi, si possono per esempio accendere e spengere le luci, un ventilatore elettrico o il riscaldamento durante Shabbat. Il coinvolgimento attivo da parte della persona è limitato alla programmazione prima di Shabbat, e non durante Shabbat stesso, per questo il funzionamento del timer durante Shabbat non implica alcuna violazione.
Il Chacham Ovadia Yosef, nella sua opera “Halichot Olam”, estende questa norma perfino alla lavatrice e all’asciugatrice (per i sefarditi). È permesso caricare il bucato nella lavatrice o nell’asciugatrice prima di Shabbat in modo che il ciclo funzioni durante Shabbat (va notato che gli Ashkenaziti sono generalmente più restrittivi per quanto riguarda questa norma ed èvietato per tutti aprire o occuparsi della lavatrice durante Shabbat).
Anche se potrebbe essere ovvio, va sottolineato che questa norma, NON SI APPLICA ALLA TELEVISIONE. E’ strettamente vietato guardare la televisione durante Shabbat (e anche durante la settimana l’abitudine di guardare la televisione è sicuramente discutibile), anche se messa in funzione da un timer, perché guardare le televisione non ha nulla a che fare con lo spirito di kedushàh che caratterizza lo Shabbat. Questo si applica anche alla radio e altri mezzi per ascoltare la musica. Se una persona è abituata a impostare la propria sveglia su di una stazione radio, deve disattivarla prima di Shabbat. È però permesso programmare una sveglia prima di Shabbat, se emette solo qualche tipo di suono e non attiva una stazione radio.

Riassumendo: si possono programmare le luci e gli elettrodomestici su di un timer in modo che si accendano e spengano a piacimento durante lo Shabbat; allo stesso modo per i sefarditi è possibile programmare la lavatrice o l’asciugatrice in modo che entrino in funzione durante Shabbat. (Gli ashkenaziti sono invece più ristrettivi per ciò che riguarda apparecchi che fanno sentire rumore) Non si può però programmare una radio, uno stereo o una televisione in modo che siano accesi durante Shabbat.


Shabbat shalom!!

  

Newsletter: Parashat Korach 5771

Dvar Torà & Halachà da Deror Yqrà


Non essere come Qorach e la sua compagnia


 Nella Torà c’è un divieto esplicito, purtroppo poco noto,  di  comportarsi come Qorach e la sua compagnia.

La storia di Qorach in breve

La storia di Qorach è raccontata nel libro di Bemidbar, all'inizio della Parashà di Qorach.

Riassumiamola in poche righe. Qorach, uno dei massimi esponenti del popolo ebraico, un chacham di grandezza enorme, giunto a livello di Ruach HaQodesh, decide di opporsi a Mosè. Non lo fa direttamente, perchè sa che non potrebbe aver successo. Decide di iniziare attaccando la figura del Kohen Gadol.

Chiede indirettamente: Com'è possibile che Mosè sia il capo del popolo d’Israele, e suo fratello Aharon il Kohen Gadol? Forse è una "questione di famiglia"?

Ma la domanda diretta è un'altra: Tutti siamo qedoshim ~ santi, distinti! Quindi perchè non tutti possiamo essere Kohanim Ghedolim?

Per fare questa opposizione, riesce a convincere 250 tra i "grandi" ad unirsi a lui. Oltre a loro si sono initi alla rivolta altre due figure, Datan e Aviram, che avevano più intenzione polemica che "ideologica".

Si scopre poi che effettivamente la loro domanda diretta non è ciò che pensano, come spiega Mosè  che non è possibile che tutti siano Kohanim Ghedolim, ma uno soltanto.
Mosè dice che è possibile fare una prova per vedere  chi è stato scelto da Qadosh BaruchU per il ruolo.Tutti decidono di mettersi alla prova. Dopo, la rivolta continua, nonostante si sia dimostrato in forma miracolosa che Aharon è il prescelto come Kohen Gadol!

Si rivela pertanto agli occhi di tutti che l'intenzione della congrega non era quella del principio che era stato dichiarato ma solo quella di "ribellarsi", anche se con un possibile buon motivo.

Al che è avvenuto un miracolo mai avvenuto nella storia: La terra si è aperta come una bocca, ed ha "mangiato" esattamente le 253 persone coinvolte nella "Congiura di Qorach" nel posto in cui si trovavano, con i loro beni, davanti agli occhi di tutti.

Come avrebbero dovuto fare?

Se una persona ha una causa da portare avanti come dovrebbe fare? Spesso capita! È importante combattere per le proprie cause, a bisogna sapere come portarla avanti.

 La Torà  con le sue Mizwot relative ai rapporti interpersonali (ben adam leChaverò) ci illustra tutti i passi. Tra questi troviamo il non aumentare la polemica davanti alle persone; questo non aiuta se non ad aumentare (a) l'odio gratuito, poichè solitamente le persone "incuriosite" aumentano e ognuno dice la sua, pur non sapendo bene com'è stata la dinamica, (b) la rechilut, che è un pettegolezzo, anche se non si cambiano le cose rispetto a ciò che sono, (c)  La lashon HaRà cioè la maldicenza per la persona, e non per l'idea rivestita. La lashon haRà è un divieto su questioni vere, e si si aggiunge anche qualche menzogna è peggio.Queste sono solamente alcune delle conseguenze. Quindi colui che ha iniziato questa polemica, cos'ha guadagnato? Solo di alzare un polverone contro questa persona, ma in pratica di solito i polveroni non servono a nulla!

Ma almeno io ho espresso le mie idee...

È legittimo esprimere le proprie idee, ma bisogna sapere come. Se Qorach avesse parlato direttamente a Mosè  ma non davanti agli occhi di tutti e senza coinvolgere altre persone, le cose sarebbero andate sicuramente in modo diverso e più proficuo!

Se effettivamente il motivo di esprimere le idee non è a fine di "far sentire soltanto la mia voce", ma per migliorare la situazione, è chiaro che è meglio puntare su un metodo più efficace.

Portare le polemiche in piazza di solito è utile solo a fare scalpore e a chi è alla ricerca "della notizia"! Ma non a sistemare effettivamente le cose!

Dicendo invece le cose direttamente e privatamente all'interessato , si riescono ad ottenere risultati concreti. Se poi non è possibile agire in tal modo,  si deve verificare come migliorare la situazione, ed i metodi non mancano! Solamente se si sono provate tutte le vie, e non è rimasta alternativa se non parlarne in pubblico, ed è sicuro che discutendone si ricaverà vantaggio, solo allora si può parlare in pubblico.

Molto spesso inoltre, le persone vogliono coinvolgersi nella polemica, solamente per il piacere di far sapere anche la loro opinione. A che serve? Solitamente danneggia soltanto, perchè la questione ha maggiore risonanza, ed è frequente che  persone che non sono    in buona fede sfruttino la situazione.

Qorach poteva avere buoni motivi,  ma Datan e Aviram sicuramente erano un po' meno idealisti, come testimoniato nei Salmi. Per loro la questione era solamente sollevare un polverone contro Mosè. In ogni "ribellione" contro Mosè loro ci sono: Sono loro che riferiscono al Faraone dell'uccisione dell'egiziano da parte di Mosè quando erano in Egitto, sono loro che fanno la voce contraria quando sono sulle sponde del Mar Rosso, dicendo: "Meglio tornare in Egitto, ma dove ci stai portando?". Sempre loro  scatenano sommosse... e qui giungono alla fine.

Non bisogna dare adito a queste polemiche

In generale, il divieto della Torà di non essere come Qorach e la sua congrega riguarda tutti i casi in cui si effettua una polemica. Ma non solo quando la si effettua: Anche quando la si alimenta.

Spesso è possibile "tranciare" le polemiche semplicemente non rispondendo, oppure senza dare troppo peso alla cosa. Altre volte portando da parte il polemico o il polemizzato e parlargli della gravità della questione.

Ogni persona che aggiunge alla polemica, portando così maggior risalto alla cosa, deve rendersi conto che non migliora la situazione, ma la peggiora soltanto. La questione non deveessere polemizzare, ma portare fine o miglioramento alla situazione.  Ogni persona che aggiunge diventa anche lui partecipe alla polemica e si rende parte della "congrega".
Se non è possibile fare nulla, allontanarsi è meglio, sicchè il polemico capisca che non è seguito, e smetta... E se anche non smette, almeno non si aggiunge altra legna sul fuoco...
La questione è una sola: RIFLETTIAMO PRIMA DI AGIRE. È possibile che lo sdegno sia tale che non sia possibile trattenersi... Ma forse non stiamo facendo anche noi danno? Anche se non allo stesso livello di chi ha provocato il motivo della polemica, ma comunque perchè aggiungere DANNO AL DANNO?
PENSIAMO EFFETTIVAMENTE SE C'E' UTILITA' NELLA COSA!
Non comportiamoci come Qorach.

On ben Pelet

L'unico a salvarsi di tutta la congiura di Qorach è stato On ben Pelet.
Come?

Lui faceva parte della congiura, ma sua moglie era contraria. Gli ha detto:”Sia che vinca l'uno che l'altro, in ogni caso tu non hai utilità! Non ci guadagni nulla! Stattene a casa e non aumentare le polemiche!”
Chiaramente On ben Pelet non voleva stare a sentire la moglie...
Ma lei è stata più furba. Gli ha dato da mangiare pesante, l'ha fatto addormentare, e si è messa sulla porta della tenda a capo scoperto così che nessuno entrasse (poichè una donna sposata dovrebbe coprirsi la testa, almeno in luoghi pubblici o in generale dinnanzi ad estranei).
Così la rivolta ha preso atto e On ben Pelet dormiva...

La saggezza di sua moglie l'ha salvato... come? UN SEMPLICE RAGIONAMENTO : “FORSE SERVE A QUALCOSA FARE POLEMICA?”

Yehì Ratzon~Sia divina volontà che possiamo imparare presto ad evitare di entrare in questi campi di polemica.

 [Alcune Fonti del divieto: Bamidbar 17, 5 - riportato come divieto esplicitamente su questioni di machloqet~ polemica, in Sanhedrin 110 a, nel Sefer HaMizwot del Maimonide(mizwà negativa 45), nel Sefer HaMizwot Gadol (mizwà negativa 157), da Rabbenu Yonà (shaar 3 maamar 58) e dal Chafetz Chaim (mizwà negativa 12)].
Testo tratto dal blog http://deroryqra.blogspot.com con il permesso degli autori. Vi trovate anche altri Divrè Torà, Halachot e tanto altro.