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Newsletter: Parashat Mikketz 5772


Speciale Chanukàh!

La Mizvàh di accendere le nerot Chanukàh

1- L’importanza della Mizvàh. E’ necessario stare molto attenti alla מצוה mizvàh ~ precetto dell’accensione delle nerot ~ lumi di Chanukàh (Shulchan ‘arukh Orach Chajim 671:1). Questa mizvàh è molto cara sia per “pubblicizzare” il miracolo che ci è avvenuto, sia come modo per ringraziare e glorificare HaShem per ciò che ha fatto. Su questa mizvàh (e su quella dell’accensione delle candele di Shabbat) i חכמים chakhamim ~ saggi hanno detto (in Massekhet Shabbat 23 ‘amud bet) “Chi è attento nell’applicazione dell’accensione delle nerot ~  lumi meriterà dei figli Talmidè Chakhamim, com’è detto (Mishlè 6, 23) כי נר מצוה ותורה אור Ki Ner Mizvàh VeToràh Or” ~Poiché il lume è una Mizvàh e la Toràh è luce” (Mishnàh Beruràh 671:1, Torat HaMo’adim 3 1:2).
2. Persino un povero. Persino un povero che si mantiene dalla צדקה tzedaqàh ~ offerte deve impegnarsi nel modo in cui può per accendere almeno un ner ~ lume ogni sera di Chanukàh (Shulchan ‘arukh Orach Chajim 671:1, Mishnàh Beruràh 671:3). Per questo motivo è necessario che chi amministra la tzedaqàh locale, dando il necessario ai poveri, stia attento a dare assieme alle altre necessità anche una quantità di lumi sufficienti per accendere almeno un lume ogni sera (che come vedremo Be”H tra poco è il minimo per compiere la Mizvàh) (Torat HaMo’adim 1:3).
& Perché Chanukàh si chiama Chanukàh?

Una domanda molto basilare a cui possono darsi moltissime risposte: perché חנוכה Chanukàh si chiama Chanukàh?
חנו (ב)כ"ה La parola חנוכה Chanukàh è composta da due parole: (1) חנו Chanu ~ si sono accampati, cioè fermati dalla guerra, (2) il כ"ה Kaf Hè, cioè il 25 del mese di Kislev. La parola Chanukàh è quindi un remez ~ riferimento al fatto che la vittoria dei Maccabei sui greci è avvenuta il 25 di Kislev. (Machazor Vitri 239 pag. 23, e così scrive il romano Shibbolè HaLeqet (Siman 189))
Acronimo di ח' נרות והלכה כבית הלל Chet (ottava lettera dell’alfabeto ebraico, che sta ad indicare il numero otto, quindi Shemonàh) Nerot ~ otto lumi e la Halakhàh è come Bet Hillel (nel senso che seguiamo la sua opinione per accendere i lumi, aggiungendo un nuovo lume ogni sera – cfr. Shabbat 21 ‘amud bet) (Rabbenu David Avudraham ז"ל Seder Tefillat Chanukàh)
חנוכת המזבח Chanukat HaMizbeach. Il 25 di kislev i Chashmonaim (conosciuti anche come maccabei)hanno ripulito il Bet haMiqdash dalle impurità ed hanno risistemato il מזבח Mizbeach ~ l’altare. In occasione dell’evento hanno effettuato un’inaugurazione dell’altare chiamata “chanukat HaMizbeach”. (Or Zaru’a Vol 2:321)
Quante nerot ~ lumi accendere?
3. Quante nerot ~ lumi bisogna accendere durante Chanukàh? Questa mizvàh in particolare differisce da tutte le altre, perché ha vari livelli di applicazione, di cui vedremo Be”H i due principali:

1. עקר הדיןIqqar HaDin ~ La regola stretta. E’ sufficiente accendere un solo נר ner ~ lume di Chanukàh per sera in ogni casa ebraica, sia che ci siano molti componenti che pochi. Solitamente questo genere di applicazione è quello che utilizzano i poveri che non possono permettersi di più. (Shulchan ‘arukh Orach Chajim 671:1, Mishnàh Beruràh 671:4)
2. Mehadderin Min HaMehadderin. Il Modo migliore per compiere la Mizvàh (e così è l’uso comune diffuso in tutto il popolo d’Israel) è quello di accendere un numero di נרות Nerot ~ lumi pari al giorno di Chanukàh in cui si è giunti. La prima sera quindi si accende un solo lume (oltre allo Shammash di cui parleremo Be’ezrat HaShem in seguito – vedi la fine del capitolo), la seconda sera si accendono due lumi fino ad arrivare all’ottava sera in cui si accendono otto lumi. [Per chi deve accendere vedi successivamente] (Shulchan ‘arukh Orach Chajim 671:2)

4- Ci sono due usi principali sull’accensione delle נרות Nerot ~ lumi di Chanukàh:
1. Una sola persona accende tutte le נרות Nerot ~ lumi. Solitamente il capofamiglia se presente, o comunque un adulto (un uomo che abbia compiuto almeno 13 anni e un giorno, una donna che abbia compiuto almeno 12 anni e un giorno). Tutti gli altri escono dall’obbligo della mizvàh attraverso la sua accensione. (Shulchan ‘arukh Orach Chajim 671:2, Torat HaMo’adim 3 1:4). Così è l’uso diffuso tra i sefarditi in base allo Shulchan ‘arukh, e così mi hanno detto essere l’uso romano.
2. Ogni componente della casa accende una sua chanukiàh. Così riporta il Ramà (Rabbenu Moshèh Isserlis ז"לOrach Chajim 671:2) come uso diffuso presso gli ashkenaziti. (Sulle donne rispetto a questo uso vedi “Chi deve accendere”). In tal caso è necessario che ogni persona che accende metta le sue נרות Nerot ~ lumi in unluogo in cui il numero di nerot ~  lumi accese sia riconoscibile anche da lontano. (Ramà Orach Chajim 671:2) (vedi inoltre pag.47 del libro)
[Tratto dal libro in italiano “Chanukàh—Istruzioni per l’Uso “ di Aharon Braha הי“ו, gentilmente concesso dall’autore.]
Shabbat shalom!
  

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Dvar Torà
basato su “Growth Through Torah” di Rav Zelig Pliskin

La Toràh afferma:
"E Jaacov risiedette..." (Bereshit 37:1).
Rashi, il grande commentatore, cita i saggi che dicono che Jaacov voleva vivere in pace e serenità. Però non è stato così. Iniziano a quel punto i problemi con il figlio Josef. L’Onnipotente ha detto “Non basta agli giusti ricevere la loro ricompensa nel mondo futuro? Perché hanno bisogno di vivere serenamente anche in questo mondo?”
Che male c’è a voler vivere in serenità? Jaacov voleva essere sereno non per fare il suo comodo, ma per poter essere in grado di crescere spiritualmente.
Rav Yerucham Levoviz spiega che lo scopo di questo mondo è quello di elevarsi superando i numerosi test a cui siamo sottoposti giorno dopo giorno. Lo scopo è quello di crescere spiritualmente da ogni situazione. Per questo non è considerato adatto il fatto che Jaacov abbia posto l’attenzione sulla serenità.
Questo, dice Rav Yeruchem, è un comportamento che dovremmo tutti interiorizzare. Tutto quello che ci accade in questo mondo può farci diventare delle persone migliori. Quando si ha questa consapevolezza, tutto quello che capita nella vita può essere visto sotto una luce positiva. Prima, dopo e durante ogni avvenimento bisogna riflettere sul nostro comportamento e le nostre reazioni. Chiediti: “Che tipo di persona sono dopo quello che è successo? Come sono andato in questo test? Sono riuscito a passarlo in un modo positivo?”

La ricompensa per l’accensione dei lumi

La Ghemarà in massechet shabbat  (23b) dice che Rav Huna passava spesso fuori la casa di Rabbi Avin, e notava che molte candele erano accese in casa sua. Rav Huna dichiara che due grandi talmidè chachamim usciranno da Rabbì Avin, e quello che ha detto si è successivamente avverato. Allo stesso modo la ghemarà riporta che  Rav Chisda passava spesso fuori la casa di Rav Shizvi e notava che molte candele erano accese nella casa. Anche Rav Chisda dichiara che un grande talmid chacham uscirà da Rav Shizbeh.
I saggi insegnano che “chi è abituato a[d accendere] candele avrà figli talmidè chachamim”. Questo significa che la ricompensa dell’osservanza meticolosa dell’accensione dei lumi di shabbat e dei lumi di chanukàh, è quella di avere figli che saranno talmidè chachamim. Così, quando Rav Huna e Rav Chisda hanno visto delle case che osservavano queste mizvot meticolosamente, si sono resi conto che da case del genere usciranno figli talmidè chachamim. Il Maarshà (Rabbi Shemuel Eliezer Eidels, Poland, 1555-1631) nota che Rav Huna prevede che emergeranno due talmidè chachamim dalla casa di Rav Avin. Spiega che Rav Avin era meticoloso sia nell’accensione dei lumi di chanukàh che nell’accensione dei lumi dello shabbat, perciò avrebbe meritato di avere due figli talmidè chachamim.
Questo dimostra l’importanza speciale di queste due mizvot, e la grande ricompensa che possiamo meritare compiendole meticolosamente. Questo vale in particolar modo nello shabbat che cade durante chanukkàh, quando abbiamo due mizvot collegate ai lumi – una spetta alla moglie (i lumi di shabbat) e una spetta al marito (i lumi di chanukkàh). Quando accendiamo i lumi di shabbat e i lumi di chanukkàh, abbiamo il dovere di assicurarci di accenderli nella giusta maniera: a tempo debito, con materiali adatti, con intenzioni adatte, così da poter meritare l’immensa ricompensa che è promessa per coloro che sono meticolosi nell’osservare queste mizvot.
Rav Chaim Brim nota che la ghemarà dice che la ricompensa per queste mizvot è quella diavere figli talmidè chachamim. Perché non dice che la ricompensa è quella che la persona stessa che accende diventerà talmid chacham? Questo dimostra che la vera gioia, la vera soddisfazione, è quella di vedere i propri figli eccellere nello studio e nell’osservanza della Toràh. Avere dei figli che diventino talmidè chachamim è una ricompensa molto più grande, e quindi la ghemarà parla dei figli.

Shabbat shalom!