La parashà di Ki Tavò… in brevissima!
Nella parashà della settimana si parla di: portare al Bet HaMikdash come offerta le primizie delle sette specie particolari di Erez Israel, dichiarazione della decima, HaShem designa il popolo ebraico come il Suo popolo prezioso (Devarim 26:16 – 19), il comando di posizionare nel fiume Giordano e dopo sul monte Eval delle grandi pietre su cui è scritta la Torà in 70 lingue, il comando di avere una pubblica dichiarazione dell’accettazione della Torà dal monte Gherizim e dal monte Eval; la Torà poi elenca le benedizioni che si ricevono se si seguono le mizvot e chas veshalom ciò che succede in caso contrario, infine c’è un discorso di Moshè. I versi 28:46 parlano dell’importanza di servire HaShem con “gioia e buon cuore”. L’ultimo verso della parashà ci dice di seguire le parole del patto e di compierle affinché possiamo avere successo in ciò che facciamo.
Dvar Torà
basato su “Growth Through Torah” di Rav Zelig Pliskin
___La Torà, riguardo alle conseguenze se non si seguiranno i precetti di HaShem, afferma:
"La tua vita rimarrà (come) sospesa a un filo di fronte a te; di notte tremerai di terrore e di giorno non crederai di poter essere ancora in vita.” (Devarim 28:66)
Cosa significa questo verso?
Il Talmud (Menachot 103 b) spiega che questo verso si riferisce alla pena e alla sofferenza provocata dal fatto di preoccuparsi per il futuro. “La tua vita rimarrà (come) sospesa a un filo di fronte a te” si riferisce a qualcuno che non possiede un terreno e acquista di anno in anno il rifornimento di grano. Pur avendo grano per l’anno corrente, si preoccupa per quello successivo. Il secondo livello, "Di notte tremerai di terrore" si riferisce a qualcuno che compra grano una volta a settimana. Egli è in una situazione peggiore; deve trovare grano ogni settimana. Il livello più duro, "di giorno non crederai di poter essere ancora in vita" si riferisce a chi deve comprarsi il pane ogni giorno. Ha costantemente di cosa preoccuparsi.
Rabbi Chaim Shmuelevitz, ex Rosh Yeshivà di Mir, usava citare frequentemente questa affermazione dei saggi, sottolineando che una persona può auto torturarsi mentalmente. Se hai abbastanza cibo per oggi, apprezza quello che hai, puoi considerarti una persona fortunata. Vivrai felicemente. Se ti preoccupi costantemente per il futuro, non avrai mai serenità.Pur avendo da mangiare per un intero anno puoi facilmente distruggere la qualità della tua vita se continui a concentrarti continuamente sul fatto che l’anno prossimo potrebbe non essere così. A causa di qualcosa che potrebbe accadere l’anno prossimo, ti rovinerai l’anno corrente.
Bisogna imparare ad autodisciplinarsi mentalmente. Non concentrarti su quello che ti manca, a meno che ciò non ti porti a progettare qualcosa di costruttivo. Perché causarsi una sofferenza superflua quando ci si può concentrare su ciò che baruch H’ si ha correntemente? Se sei una persona apprensiva, la miglior cosa che puoi fare per te stesso è quella di esercitarti a padroneggiare i tuoi pensieri. Anche se non riuscissi ad ottenere il pieno controllo, anche un livello minimo di controllo ti farà vivere meglio!
Motivazioni per la mizvà dello shofar
Quale è il motivo per cui ascoltiamo lo shofar a Rosh HaShanà e quale intenzione dobbiamo avere mentre compiamo questo obbligo?
Il Rambam (Rabbi Moshè Maimonide, Spagna- Egitto, 1135-1204) discute la ragione per cui ascoltiamo lo shofar nella sua opera Ilchot Teshuvà (3:4). Comincia notando che il fatto di suonare lo shofar a Rosh HaShanà è una “ghezerat hacatuv” ossia un decreto che la Torà ci comanda senza apparentemente fornire una spiegazione. Prima di dare una possibile motivazione a questa mizvà, il Rambam enfatizza il fatto che dobbiamo relazionarci ad essa come ad un “chok”, una legge la cui logica sfugge alla comprensione umana. Può sicuramente essere approfondita, ma fondamentalmente compiamo la mizvà dello shofar semplicemente perché ci è stata comandata da HaShem. Di conseguenza, l’intenzione principale che bisogna avere mentre si ascolta il suono dello shofar, è quella di compiere il comandamento divino di ascoltare lo shofar nel giorno di Rosh HaShanà.
Dopo questa introduzione il Rambam suggerisce che il suono dello shofar contiene un remez – un allusione – al fatto di “svegliarsi”. Lo shofar simboleggia una “sveglia”, in quanto ci“sveglia” dal nostro sonno spirituale. Richiama coloro che sono caduti nella routine del conseguimento dei beni materiali, e invita a cambiare strada, ricordandoci il vero scopo della vita. Il fatto di doverci svegliare e cambiare direzione è un'altra questione che dovremmo avere in mente mentre ascoltiamo il suono dello shofar.
La Ghemarà cita un altro beneficio dello shofar, ossia il fatto che ricorda ad HaShem l’episodio dell’akedat Izchak (mancato sacrificio d’Isacco). Dopo che l’angelo è apparso ad Avraham dicendogli di non uccidere suo figlio, Avraham ha visto un ariete le cui corna si erano impigliate negli arbusti. Lo shofar che suoniamo a Rosh HaShanà ricorda quell’ariete e quindi l’episodio della legatura d’Isacco di cui continuiamo a beneficiare fino al giorno d’oggi e che cerchiamo d’invocare mentre stiamo in giudizio di fronte ad HaShem nel giorno di Rosh HaShanà.
In una differente fonte la ghemarà nota che il suono dello shofar ha la capacità di confondere lo yezer harà, scuotendolo al punto da non essere più in grado di accusarci di fronte al Tribunale Celeste.
Questi sono tutti pensieri degni di essere pensati durante il suono dello shofar, ma, come abbiamo già detto, l’intenzione primaria deve essere quella di compiere la mizvà dello shofar. Un verso dei Tehillim (81:4) dice a proposito di questa mizvà: “Ki chok leIsrael hu mishpat leElokè Jaacov” (“Poiché è uno statuto per Israel; una legge per il Signore di Jaacov). La mizvà dello shofar è un “chok”, una mizvà apparentemente senza una motivazione logica, e questo è il modo in cui dobbiamo compierla pur essendo anche un “mishpat leElokè Jaacov” – ossia, ha anche delle motivazioni logiche per cui compierla).
Riassumendo: anche se sono state date differenti motivazioni per spiegare la mizvà dello shofar, la osserviamo principalmente in quanto è stata comandata da HaShem, e questa è l’intenzione principale a cui dobbiamo pensare ascoltando il suono dello shofar.
Shabbat shalom!
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