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Newsletter: Vayakel - Pekudè 5772


Dvar Torà

basato su “Love Your Neighbor” di Rabbi Zelig Pliskin

La Toràh afferma
 “Non accendere un fuoco di Shabbat” (Shemot 35:3).

Oltre al significato letterale, che lezione di vita possiamo imparare dal verso?

Lo Shlà (un acronimo che sta per il titolo del suo commento Shnè Luchot HaBrit – le Due Tavole del Patto) scrive che questo verso allude al fuoco della rabbia e della disputa.

Rabbì Eliahu Lopian scrive che “idealmente una persona non dovrebbe mai arrabbiarsi, una persona che nonostante tutto si sente arrabbiata, dovrebbe almeno cercare di evitare di esprimersi in modo incollerito. Il venerdì, per cercare di sbrigarsi a finire i preparativi per lo Shabbat in tempo, una persona tende ad essere irascibile.

Di Shabbat, quando tutta la famiglia siede insieme a tavola, i genitori può capitare che tendano ad arrabbiarsi con i figli piccoli perché non si comportano bene. Quindi, specialmente durante Shabbat, bisogna prestare particolare attenzione a non arrabbiarsi”.

Trenta giorni prima di Pesach

A partire da trenta giorni prima di Pesach, bisogna fare attenzione ad evitare che il chametz si attacchi a qualcosa ed sia poi difficile da eliminare prima di Pesach. Anche se non c’è l’obbligo di sbarazzarsi del chametz trenta giorni prima di Pesach, è bene cominciare a fare attenzione a come viene gestito il chametz per riuscire poi a eliminarlo più facilmente. Questo è quello che dicono il Bach (Rabbi Yoel Sirkis, Polonia, 1561-1640) e il Maghen Avraham (Rabbì Avraham Gombiner, Polonia, 1635-1682) nel siman 436.
Allo stesso modo, a partire da Purim, bisogna evitare di portare libri vicino al cibo, perché delle briciole di chametz potrebbero cadere nel libro che potrebbe poi essere portato a tavola durante Pesach. Un certo Rav era dell’opinione che valga la pena non portare mai libri vicino al cibo in qualsiasi momento dell’anno, così da ricordare costantemente la mizvà di ricordarsi dell’uscita dall’Egitto. Quando una persona vorrebbe portare un libro a tavola e non lo fa perché potrebbe entrare del chametz nel libro che potrebbe poi essere portato a tavola durante Pesach, si sta ricordando della festa di Pesach e dell’uscita dall’Egitto, compiendo una mizvàh. Anche se non è richiesto dall’alachà stretta, è un comportamento ammirevole da tenere. (N.d.R. Nonostante ciò sicuramente è necessario ogni volta che si mangia dire un Devar Toràh, che probabilmente quel Rav faceva senza libro davanti)

Il Meiri (Rabbi Menachem Meiri, 1249-1310), nel suo commento a massechet avodà zarà (5), scrive che è bene cominciare a fare i preparativi per Pesach 30 giorni prima della festa. Questo include comprare quanto necessario per la festa e l’organizzazione pratica.

È uso presso molti, osservare lo “Yom Kippur Katan” la vigilia di rosh chodesh Nissan, anche presso coloro che non sono soliti osservare lo Yom Kippur Katan la vigilia di rosh chodesh durante il resto dell’anno. [N.d.R. Yom Kippur Katan è un giorno di digiuno, effettuato il giorno prima del Molad di Rosh Chodesh, in cui si prega con aggiunte simili a Yom Hakippurim e si fa teshuvà per il comportamento dell’ultimo mese] Secondo un’opinione nel Talmud, il mondo è stato creato a Rosh Chodesh Nissan (e non il primo di Tishrì), e quindi tale giorno è una sorta di Rosh HaShanà, a cui bisogna prepararsi facendo teshuvà. Quindi molti hanno l’uso di digiunare tutto il giorno o parte del giorno la vigilia di rosh chodesh Nissan. C’è anche chi usa recarsi al cimitero in questo giorno.

I tachanunim e la Nefillat Apaim sono omessi dalla tefillàh a partire da Rosh Chodesh Nissan.
Riadattamento del link: http://www.dailyhalacha.com/

Shabbat shalom!!

Newsletter: Parashat Vayakel 5771

Dvar Torà

basato su “Growth Through Torah” di Rav Zelig Pliskin

La Torà afferma per quanto riguarda il reclutamento dei lavoratori che costruiranno il Mishkan:

“Tutte le persone mosse dal proprio cuor

e vennero.” (Shemot 35:21)

Cosa possiamo imparare da questo verso in cui è specificato che la loro motivazione aveva origine dai loro cuori?

Il Ramban, Nachmanide, spiega che avevano bisogno di motivazione dai loro cuori perché nessuno aveva avuto alcuna esperienza precedente riguardo alle competenze necessarie per costruire il Tabernacolo. Non c’erano insegnanti a disposizione per la loro formazione. Tuttavia ci sono state persone che hanno avuto il coraggio di venire da Moshè e dirgli “Farò tutto quello che hai detto!”.

Rav Yeruchem Leboviz ha commentato che, se facciamo caso alle persone veramente ricche di questo mondo, noteremo che nella maggior parte dei casi sono persone dotate di un grande spirito di iniziativa. La Torà nota che coloro che hanno avuto successo nel sacro lavoro di costruzione del Tabernacolo ce lo hanno avuto grazie al loro coraggio interiore che li ha spinti a presentarsi di fronte a Moshè e a proporsi di fare tutto ciò di cui c’era bisogno.

Siate consapevoli dei momenti della vita in cui avete sentito un forte desiderio di accrescimento spirituale. Lasciate che questi ricordi vi diano motivazione in futuro per avere ancora più iniziativa per accrescervi ancora di più. Abbiate il coraggio di accettare su di voi di fare cosa è necessario fare! Chi ha un forte impulso a realizzare qualcosa scoprirà in se molto talento e capacità nel realizzarla che altrimenti sarebbero rimasti dormienti dentro di lui!

Riadattamento del link: http://www.aish.com/tp/ss/ssw/48932527.html

… a proposito di purim: è permesso lavorare??

La meghillà descrive la festa di purim come un’occasione di “mishtè e simchà” (banchetto e gioia) (9:22). Non si parla di yom tov, un giorno in cui è proibito compiere melachot (lavori). In senso stretto quindi, non è vietato lavorare durante purim.

Nonostante ciò, l’uso diffuso in alcune comunità è quello di astenersi dal lavorare durante il giorno di purim, e l’alachà richiede quindi, che le persone facenti parte di queste comunità devono rispettare tale uso. Inoltre ci sono fonti da cui impariamo che dal lavoro svolto durante questo giorno non deriva berachà (benedizione), quindi in ogni caso, non è consigliabile lavorare di purim a meno che non se ne abbia necessità in modo da poter guadagnare soldi che coprano le spese della festa.

Tutta la discussione si riferisce solo a lavori fisici, come per esempio lavori che hanno a che fare con l’agricoltura etc. Tecnicamente parlando, è consentito svolgere lavori d’ufficio e simili nel giorno di purim. Chiaramente però, è preferibile non andare a lavorare in modo da poter trascorrere la giornata essendo coinvolti nelle tante mizvot ad esse collegata – mishloach manot, matanot laevionim, l’ascolto della lettura della meghillà e ovviamente il banchetto di festa. Se fosse possibile bisognerebbe cercare di programmare gli impegni di lavoro in modo da non dover lavorare durante purim così da poter dedicare la giornata ai festeggiamenti. Se si deve lavorare di purim, è possibile, a patto che si riescano a compiere in modo adeguato tutte le mizvot legate alla giornata. Va inoltre notato che è del tutto lecito avere dei non ebrei che svolgano lavori per ebrei nel giorno di purim. Così, gli imprenditori, possono sicuramente lasciare aperta la loro attività facendola gestire agli impiegati non ebrei.

E’ completamente consentito lavorare la sera di purim. La discussione riguardo al lavoro si riferisce solo al giorno, momento in cui si compiono le mizvot della festa.

E’ completamente permesso scrivere, fare fotografie, tagliarsi le unghie e i capelli.

Rav Chaim Falagi (Turchia, 1788 - 1869) scrive che lavori di costruzione non dovrebbero essere svolti nella propria casa durante purim. Questa è la conclusione di diverse autorità fra cui il Bet David e l’Erech haShulchan. Il Rav Ovadia Yosef shlita dice che c’è posto per facilitare riguardo alla questione se a causa del ritardo nei lavori ci sia una perdita monetaria, altrimenti non bisognerebbe costruire nella propria casa durante purim.

Riassumendo: se possibile, bisogna cercare di non lavorare durante il giorno di purim e passare la giornata essendo coinvolti nelle mizvot ad essa correlate. Se è necessario si può lavorare a patto da poter compiere in modo adeguato le mizvot particolari del giorno. Si possono avere lavoratori non ebrei che lavorano per un ebreo di purim ed è permesso lavorare durante la notte di purim. Si può scrivere, tagliarsi le unghie e i capelli. Non bisogna costruire nella propria casa di purim, a meno che la sospensione dei lavori non causi una perdita monetaria.

Riadattamento del link http://www.dailyhalacha.com/displayRead.asp?readID=1788

Shabbat shalom umevorach!!