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Newsletter: Parashat Vaerà 5772


Dvar Torà

Basato su “Growth Through Torah” di Rav Zelig Pliskin

La Toràh afferma che durante la piaga della grandine, il faraone ha detto a Moshè:
“Pregate HaShem, basta con i terribili tuoni del Signore e con la grandine! Vi manderò via senza che dobbiate ancora indugiare.” (Shemot 9:28)
Rabbi Yeruchem Levoviz spiega che “il faraone intendeva sinceramente dire ciò che ha detto quando l’ha detto. Non stava imbrogliando. Influenzato dalla sofferenza causata dalla piaga, era cambiato enormemente. Però, terminata la piaga, si è completamente dimenticato delle sue buone intenzioni.
Questa è la tendenza delle persone. Quando si soffre e si è sotto pressione, si possono avere degli ideali molto forti e si possono fare promesse oltre ogni limite. Quando la situazione migliora si è completamente differenti e difficilmente si riesce a capire che quella persona è la stessa che ha promesso tutti quei cambiamenti mentre soffriva.”
Quando ti trovi in una situazione difficile e prendi delle decisioni per migliorarti, ricordati di tali decisioni quando le cose migliorano. Fai uno sforzo per riuscire a crescere imparando dalle situazioni difficili, ricordandoti quello che hai pensato e mantenendo ciò che ti sei ripromesso.
Riadattamento del link: http://www.aish.com/tp/

Mangiare un pasto festivo la vigilia di shabbat

È vietato mangiare un pasto abbondante la vigilia di shabbat, dalla mattina fino all’inizio dello shabbat. Si sta parlando di un pasto abbondante che solitamente non si mangia in un giorno ordinario della settimana, ad eccezione di qualche occasione speciale. Si può certamente mangiare un pasto normale, qualcosa chesi mangia ordinariamente durante il resto della settimana.
Ci sono una serie di eccezioni a questa regola. Il Chacham Ovadia Yosef stabilisce che si può organizzare un grande pasto festivo per celebrare un brit milà o un pidion haben (riscatto del primogenito o scompro). Questo vale perfino nel caso in cui la milà sia stata rimandata dopo l’ottavo giorno o il pidion sia stato rimandato dopo il trentesimo giorno dalla nascita del bambino. Anche se questi eventi hanno luogo in modo posticipato rispetto a quello che sarebbe il tempo ottimale, meritano grandi festeggiamenti che sovrastano il divieto di mangiare un pasto più abbondante del solito la vigilia di shabbat kodesh. Il Chacham Ovadia aggiunge però, che in questi casi, i pasti devono avere luogo prima del mezzogiorno alachico, per dimostrare onore allo shabbat. [N.d.R. per gli orari vedi http://www.torah.it/lunario/orari/ ]
Anche i festeggiamenti per un bar mizva possono avere luogo il venerdì mattina. Lo Zohar Chadash enfatizza l’importanza di organizzare una festa (ovviamente che segua i criteri ebraici sotto tutti i punti di vista, dalla kasherut alla zniut delle persone che partecipano), per sottolineare l’importanza del bar mizva, e paragona il pasto che si mangia per festeggiare il bar mizva a quello del matrimonio. Se il tredicesimo compleanno del ragazzo cade la vigilia di shabbat, e i genitori vogliono festeggiare quel giorno, possono organizzare un grande banchetto il venerdì mattina. Bisogna sottolineare che il tutto dovrebbe essere organizzato la mattina, prima del mezzogiorno alachico.
Il Chacham Ovadia scrive che se una persona termina una Massechet (trattato talmudico) di venerdì, e vuole organizzare un grande sium massechet (pasto festivo di mizva in cui si celebra l’evento della conclusione della massechet) dovrebbe rimandarlo fino all’uscita di shabbat. Anche se è sicuramente importante celebrare il completamento di una massechet, se si ha in mente di organizzare un grande pasto festivo per onorare l’occasione, non bisogna programmarel’evento la vigilia di shabbat – ma bisogna rimandarlo all’uscita di shabbat o alla domenica.

Riassumendo: è proibito mangiare un pasto festivo e abbondante, che solitamente non si mangia durante la settimana, la vigilia di shabbat. Un brit mila, un pidion haben o un bar mizva costituiscono un’eccezione a questa regola. In questi casi si può organizzare un pasto festivo perfino la vigilia di shabbat, che dovrebbe preferibilmente terminare entro il mezzogiorno alachico. Un grande pasto festivo per celebrare il completamento di una massechet non deve essere organizzato di venerdì.


Shabbat shalom!!
  

Newsletter: Parashat Vaerà 5771

Uno sguardo alla parashà: Vaerà

In questa parashà cominciamo a vedere l’inizio delle dieci piaghe. HaShem manda le piaghe sull’Egitto non solo per far liberare gli ebrei dalla schiavitù ma per mostrare al mondo intero che lui è il Signore creatore del mondo e della storia. Le prime nove piaghe sono divisibili in tre gruppi:

a) l’acqua che si trasforma in sangue, le rane, i pidocchi;

b)miscugli di animali selvatici, morte del bestiame, bolle sulla pelle;

c)la grandine, le locuste e l’oscurità.

Rav Samson Raphael Hirsch spiega che le piaghe sono una punizione “misura per misura” per il fatto che gli egiziani hanno afflitto il popolo ebraico con la schiavitù. La prima piaga di ognuno dei tre gruppi sopraelencati (acqua che si trasforma in sangue, miscugli di animali selvatici e la grandine) aveva lo scopo di ridurre gli egiziani, nella loro stessa terra, ad uno stato di insicurezza simile a quello che percepiscono gli stranieri; la seconda piaga di ogni gruppo (rane, morte del bestiame, locuste) aveva lo scopo di deprivare gli egiziani dell’orgoglio e del senso di superiorità; la terza piaga di ogni gruppo (pidocchi, bolle sulla pelle, oscurità) ha imposto agli egiziani sofferenza fisica.

[Adattamento di parte di un articolo presente sul sito di Aish HaToràh http://www.aish.com/tp/ss/ssw/81089357.html#]

…a proposito dello Shabbat!

Durante Shabbat Qodesh c’è l’obbligo di mangiare tre סעודות Se’udot ~ pasti: solitamente il primo la sera, il secondo la mattina dopo Shacharit e il terzo dall’ora di Minchàh in poi [sarà esaminata in seguito בס"ד].

In Massechet Shabbat nel capitolo Kol Kitvè (16° – 118 a) la ghemarà riporta diverse cose riguardo a chi consuma tre pasti durante Shabbat Qodesh e a chi lo onora.

Dice Shimon ben Fasi riportando Rabbi Yehoshua ben Levi a nome di Bar Qappara: “Chiunque compia le tre se’udot di Shabbat si salva da tre pene: (a) Chevlè Mashiach, cioè gli avvenimenti dolorosi che succedono prima dell’arrivo del Mashiach; (b) dal giudizio del Ghehinnam e (c) dalla guerra di Gog uMagog (ecc. riporta poi le derashot).

Dice Rabbi Yochanan a nome di Rabbi Yosse: chiunque renda godibile lo Shabbat gli forniscono “eredità senza limiti” [cioè beni che sono eredità degli אבות Avot ~ patriarchi].

Rav Nachman Ben Yzchaq dice che si salva dalla sottomissione dei popoli, Rav Yehudàh riporta Rav: ognuno che rende godibile lo Shabbat gli realizzano i desideri del suo cuore (ecc.). Basta poco per renderlo godibile poiché la ghemarà prosegue: “Che cosa lo rende godibile? Rav Yehudà figlio di Rav Shemuel figlio di Shelat a nome di Rav dice: ‘Con un cucinato di verdure (Rashi spiega un cibo importante) e grandi pesci e teste d’aglio (Rashì aggiunge che ai tempi erano considerati un piatto importante). Rav Chija bar Ashi riporta Rav: ‘persino con qualcosa di piccolo fatto apposta per onorare Shabbat’. Rav Pappa spiega che come cosa piccola è valida persino la כסא דהרסנא Kassa deharsena; spiega Rashì che consiste in un piatto semplicissimo e modesto: piccoli pesci fritti nel loro stesso grasso con la farina.

Se’udàh Shelishit

Tratteremo qui del pasto che purtroppo viene più trascurato rispetto agli altri – la סעודה שלישית Se’udàh Shelishit. La Se’udà shelishit (letteralmente terzo pasto) è necessaria per arrivare al numero di tre pasti durante lo Shabbat. Per questo motivo nello Shulchan ‘Aruch viene riportato di starci molto attenti ed anche se si è sazi di sforzarsi a mangiare (Orach Chajim 291,1), in ogni caso di non sforzarsi fino a stare male poichè le tre se’udot sono state date come עונג oneg ~ godimento e non come צער tza’ar ~ sofferenza. [Rambam, Hilkhot Shabbat (30,9), Orach Chajim (291,1) e Mishnàh Beruràh (291,3)]. Concludono i פוסקים Poseqim ~Decisori di Halakhàh: “E il saggio ha gli occhi in testa" (versetto che intende che il saggio sa vedere a priori quelli che sono i rischi e per evitarli si applica, cioè ha gli occhi in alto che gli permettono di vedere, quindi in testa). Una persona non si riempia la pancia al pasto mattutino, per avere spazio per la se’udàh shelishit.

Quanto mangiare?

E’ necessario mangiare a priori almeno un Kabetzàh (circa 58 grammi), ma c’è chi sostiene anche un kezait sia sufficiente, anche se non tutti sono d’accordo a priori.

Di cosa?

Abbiamo tre opinioni al riguardo (a) pane, (b) companatico come carni, pesci e simili (c) frutta. Le opinioni sono riportate in ordine di preferenza in quanto solo col pane compie la se’udàh shelishit secondo tutte le opinioni mentre negli altri casi c’è מחלוקתmachloqet ~ discussione.

Lo Shulchan ‘Aruch (291,5) conclude che si deve fare necessariamente a priori, e così anche il Ben Ish Chai (2,12). In ogni caso, dove necessario, è possibile secondo diversi poseqim facilitare, come nel caso della vigilia di Pesach che cade di Shabbat Qodesh in cui non c’è pane. [Ramà ז"ל nel Darkè Moshèh (291,5) e nell’haggàh (291,5) a nome del Maharil ז"ל nei ‘Minhaghim’ (Hilkhot Shabbat HaGadol)]

Chi?

Sia gli uomini che le donne hanno l’obbligo di mangiare la Se’udàh Shelishit esattamente come tutte le restanti mizwot di Shabbat poiché (Berakot 20b) Zakhor e Shamor sono state dette contemporaneamente da HaQadosh Barukh Hu sul monte Sinai. E quindi tutti coloro che hanno l’obbligo di Shamor, cioè di non infrangere i divieti di Shabbat Qodesh, hanno anche quelli di Zakhor cioè hanno anche tutti gli obblighi [Ran Shabbat (44a) e Mishnàh Beruràh (291,26)].

Rabbenu Tam ז"ל dice che il motivo dell’obbligo dei pasti consiste nel ricordo della manna, che non solo gli uomini mangiavano, ma anche le donne.

Quando?

Il tempo della Se’udàh Shelishit di Shabbat Qodesh parte dall’ora di Minchàh, cioè dalla sesta ora e mezza zemanit (ogni ora di tempo Zemanit corrisponde al numero delle ore di luce presenti in una giornata diviso per dodici ore diurne) (O.C. 291,2). In ogni caso a priori deve essere effettuata dopo la Tefillàh di Minchàh; ma nel caso l’abbia fatta prima di pregare è uscito בדיעבד bedi’avad ~ a posteriori (Ramà 291, 3). In base al סוד sod ~ segreto dice il Ben Ish Chai (anno 2 parashat Chajè Saràh 14) a nome dell’Ari”zal che se mangia prima di minchàh non si esce dall’obbligo.

Altre note. Come per ogni altro pasto di Shabbat Qodesh, dovrebbero esserci il pane doppio intero a priori; nel caso non ci fosse, è necessario avere almeno un pane intero, poiché ci sono alcune facilitazioni a posteriori relative alla Se’udàh Shelishit (cfr. Orach Chajim 291:4 e Ramà). Non è necessario fare il Qiddush, ma è opportuno bere vino durante la se’udàh [Mishnàh Beruràh (291,21) e Ben Ish Chai (anno 2 Parashat Chajè Saràh 11)].

[Articolo gentilmente concesso dal Blog di Deror Yqrà http://deroryqra.wordpress.com/2010/12/29/3-seudot-di-shabbat-qodesh-focus-sulla-seudah-shelishit/]

Shabbat Shalom uMevorakh!