Newsletter: Parashat Bemidbar 5772


La Parashàh di Bemidbar… in brevissima!

Il secondo anno dall’uscita dall’Egitto, Moshè e Aharon ricevono il comandamento da HaShem di contare tutti i maschi fra i venti e i sessanta anni. Erano 603.550. La tribù di Levi era esente da questo conteggio per il suo ruolo particolare di guida spirituale del popolo.
La parashàh racconta come erano posizionate le dodici tribù attorno al Tabernacolo, tre per ogni lato. In questa posizione si accampavano e viaggiavano.
I 22.300 leviti dovevano occuparsi del Tabernacolo. Tre erano i casati di Levi, che si dividevano gli incarichi: Ghereshon, Kehat e Merarì. In questa parashàh vengono raccontati gli incarichi del casato di Kehat che doveva portare l’Arca, il Tavolo, la Menoràh e gli altari, mentre gli incarichi degli altri due casati, Ghereshon e Merarì, verranno raccontati nella parashàh della settimana prossima, Nasò.

Dvar Toràh
basato su “Growth Through Torah” di Rav Zelig Pliskin

La Toràh afferma:
“E i Figli d’Israele fecero tutto quello che l’Onnipotente aveva comandato a Moshè --(ossia il fatto di accamparsi divisi per tribù) -- così come essi si accampavano, in base ai differenti stendardi,, così si muovevano, ciascuno secondo la propria famiglia, secondo il proprio casato paterno.” (Bemidbar 2:34).
Perché la Toràh ci sottolinea il fatto che il Popolo Ebraico ha ascoltato quello che gli ha detto Moshè? Perché non avrebbero dovuto farlo?
La Toràh ci sta dicendo che non si lamentarono per chi stava in testa e chi in coda mentre viaggiavano. Hanno accettato la Volontà di HaShem senza lamentarsi o litigare.
Purtroppo, in molti luoghi, si creano liti e discussioni quando le persone non sono soddisfatte dell’arrangiamento dei posti. Liti e lamentele sono di solito basate sull’arroganza e sulla ricerca di onori.
I Nostri Maestri (Talmud, Taanit 21b) dicono che “Non è il posto che onora la persona”. Se la persona merita onore, rimarrà onorevole dovunque si sieda. Se una persona manca di virtù, ilposto in cui si siederà non la renderà migliore.

Shavuot – prepararsi per la festa, dormire durante Shabbat quando Shavuot comincia all’uscita di Shabbat

Il cinquantesimo giorno dell’Omer è la festa di Shavuot. Le autorità alachike discutono se sia necessario o meno studiare le regole riguardanti la festa a partire da trenta giorni prima, così come è richiesto fare per Pesach. Il Bach (Rav Yoel Sirkis, Polonia, 1561-1640), nel Siman 429, stabilisce che questo obbligo si applica anche a Shavuot, e si deve cominciare a studiare le regole della festa trenta giorni prima del suo avvento. Questa è anche la posizione del Maghen Avraham (Rav Avraham Gombiner, Polonia, 1635-1682). Altri però, non sono d’accordo, e sostengono che essendoci relativamente poche regole che riguardano la festa di Shavuot, è possibile cominciare a studiarle a partire da Rosh Chodesh Sivan. Questa era la posizione del Gaon di Vilna (1720-1797) nel siman 429, e questa è l’alachà. Quindi bisogna cominciare a studiare le alachot che riguardano Shavuot a partire da Rosh Chodesh Sivan.
C’è l’uso di immergersi in un mikve la vigilia di Shavuot. L’Arizal (Rabbi Itzchak Luria di Safed, 1534-1572) riteneva che è necessario immergersi almeno due volte – la prima per rimuovere gli “indumenti” del resto della settimana, e la seconda per ricevere la santità della festa.
In situazioni come quella di quest’anno (5772), in cui Shavuot cade all’uscita di Shabbat, si pone la questione se sia possibile o meno fare un riposino lo Shabbat pomeriggio, così da poter restare svegli per la nottata di studio di Shavuot. È risaputo che durante Shabbat è vietato prepararsi per i giorni di chol (giorni normali della settimana), e dovrebbe quindi essere vietato riposarsi durante Shabbat così da poter essere specificatamente più freschi durante la notte di Shavuot. Infatti, alcune autorità stabiliscano che non bisogna affermare verbalmente di andare a riposarsi durante Shabbat, per prepararsi per la notte di Shavuot. Questa è la posizione del Sefer Chasidim (266), citata dal Maghen Avraham (290). Però, il ChachamBen Zion Abba Shaul, (Israele, 1923-1998), nella sua opera Or LeZion (vol. 3, p. 195), non è d’accordo e stabilisce che si può dormire durante Shabbat esplicitamente per prepararsi per la notte di Shavuot, in quanto è la preparazione per il compimento di una Mitzvàh. In ogni modo, è preferibile soddisfare tutte le opinioni evitando di dire di dormire esplicitamente per poter restare sveglio per studiare la notte di Shavuot.

Riassumendo: è bene cominciare a studiare le regole riguardanti Shavuot a partire da Rosh Chodesh Sivan. C’è l’uso di immergersi in un mikwe la vigilia di Shavuot. Quando Shavuot cade all’uscita di Shabbat, è possibile fare un pisolino per prepararsi per la nottata di studio, ma è meglio evitare di dire esplicitamente che lo scopo del pisolino è per prepararsi per la nottata.


Shabbat shalom!
  

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