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Dvar Torà
basato su “Growth Through Torah” di Rav Zelig Pliskin
La Torà afferma:

“Dal giorno successivo al giorno del riposo, dal giorno in cui porterete l’omer come offerta tenufà, conterete per voi stessi sette settimane che siano complete.” (Vaikrà 23:15)
Perché è posta così tanta enfasi sul contare i giorni dell’omer fino a shavuot?
La Torà ci dà la mizvà di contare i giorni che vanno dal secondo giorno di pesach fino a shavuot. La radice di questo comandamento, scrive il Sefer HaChinuch (un libro che aiuta ad approfondire e capire le 613 mizvot) serve a dimostrare che l’essenza del popolo ebraico è la Torà. Gli ebrei sono stati liberati dall’Egitto per poter accettare la Torà sul monte Sinai e metterla in pratica. Il fatto di contare i giorni che vanno dalla liberazione dall’Egitto fino al momento in cui il popolo ha accettato la Torà, è un’espressione di quanto la Torà sia importante per il popolo ebraico. Così come uno schiavo che sa che in un certo giorno verrà liberato conterà ogni singolo giorno fino al momento in cui riceverà la libertà, allo stesso modo contiamo i giorni che ci porteranno alla ricezione della Torà. Il fatto di contare i giorni dimostra il nostro forte desiderio di raggiungere finalmente la fine del conteggio. (Sefer HaChinuch 306).
Più grande è l’apprezzamento che si ha per la Torà e più la si studierà. Realizzando quanto essa sia importante per noi come nazione e come individui, avremo grande gioia nel dedicarci al suo studio. Ogni anno, quando contiamo i giorni fra pesach e shavuot, ribadiamo ancora una volta questo grande messaggio quotidianamente per quarantanove giorni.

 

…a proposito dell’omer: ascoltare musica

Durante il periodo dell’omer, c’è l’uso di osservare alcune norme di lutto per ricordare la tragica scomparsa dei 24.000 allievi di Rabbì Akiva. Lo Shulchan Aruch scrive che durante questo periodo bisogna evitare di tagliarsi i capelli e celebrare matrimoni.
Il Maghen Avraham (Rav Avraham Gombiner, Polonia 1637-1683), nel suo commento allo Shulchan Aruch, aggiunge che bisognerebbe evitare di ascoltare musica durante questo periodo. Anche se lo Shulchan Aruch non riporta esplicitamente questa norma, il popolo ebraico l’ha accettata su di se ed è quindi vietato ascoltare musica per i primi 33 giorni dell’omer. Questo è quello che stabilisce il Chacham Ovadia Yosef. Il divieto vale sia per quanto riguarda musica dal vivo che musica registrata. Non si può ascoltare musica alla radio, in cassetta o da un disco durante il periodo dell’omer. In particolare durante queste settimane sarebbe bene ascoltare cassette di lezioni di Torà e simili, piuttosto che ascoltare musica.
È consentito ascoltare qualcuno che canta che non sia accompagnato da una base musicale come può essere per esempio un chazan che canta pizmonim (inni) o cori a cappella e simili. Il divieto riguarda solo musica strumentale.
Può esserci musica in una “seudat mizvà” come per esempio un pasto festivo per celebrare un bar mizvà, un brit milà o un pidion haben?
Il Chacham Ovadia Yosef, nella sua opera Yechave Daat (vol. 6, 34) stabilisce che la musica – sia dal vivo che registrata – è permessa in occasioni del genere, dal momento che si svolgono in un contesto di mizvà. Questo vale anche per quanto riguarda un sium massechet – se una persona o un gruppo completano una sezione del Talmud (ci riferiamo al caso in cui questo accada per caso durante l’omer e non che queste persone abbiano programmato il loro studio intenzionalmente in modo da terminare il trattato in questo periodo). Si può celebrare con musica dal vivo in tutti questi casi. Questo è quello che stabilisce anche il Chacham Ben Zion Abba Shaul (Israele, 1923-1998) nella sua opera Or LeZion (vol. 3). Il Chacham Ben Zion nota che dal momento che lo Shulchan Aruch Non specifica la proibizione di ascoltare musica, e questo è solo un uso, si può facilitare in situazioni in cui si sta parlando di una seudat mizvà.
L’uso sefardita è quello di osservare queste norme fino al trentaquattresimo giorno dell’omer. È possibile acconsentire la musica nel giorno di Lag BaOmer per celebrare l’hilulà di Rabbi Shimon Bar Yochai, altrimenti bisogna aspettare fino al giorno successivo, che è appunto il trentaquattresimo giorno dell’omer.
Riassumendo: non si dovrebbe ascoltare musica, sia dal vivo che registrata, durante i primi trentatre giorni del periodo dell’omer ad eccezione che per una seudat mizvà, come quella in occasione della celebrazione di un bar mizvà, un brit milà, un pidion haben o un sium masechet. Allo stesso modo la musica può essere suonata in occasione dei festeggiamenti per lag baomer

Shabbat shalom umevorach!





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