Newsletter: Parashat Bealotechàh 5772


La Parashàh… in brevissima!

In questa Parashàh viene comandato ad Aharon di accendere la Menoràh, i Leviti devono purificarsi per il servizio nel Tabernacolo (imparavano come svolgere il servizio dai 25 ai 30’anni e servivano dai 30 ai 50’anni). Viene celebrato il primo Pesach da dopo l’uscita dall’Egitto. HaShem istruisce il popolo di mettersi in cammino quando la nuvola onnipresente si muove da sopra il Tabernacolo e di accamparsi quando si riposa sul Tabernacolo. Viene comandato a Moshè di fabbricare due trombe d’argento e di suonarle prima della battaglia e per proclamare Yom Tov (le feste).
Il popolo si mette in cammino nel deserto di Paran, e in quel tempo si ribella in due occasioni contro HaShem. La seconda delle due volte si sono lamentati per il sapore della manna e per la mancanza di carne nel deserto. HaShem manda una quantità massiccia di quaglie e chi si è ribellato muore.
Moshè chiede a suo suocero Itrò di continuare il cammino con loro, ma Ytrò fa ritorno a Midian.
Miriam, la sorella di Moshè, parla lashon haràh su Moshè. Viene punita con la tzaraat (malattia della pelle che sta a indicare che quella persona ha parlato in modo improprio su di un’altra persona), ed è esiliata per una settimana dall’accampamento.

Dvar Toràh
basato su “Growth Through Torah” di Rav Zelig Pliskin

La Toràh afferma:
 “Il popolo addusse pretesti di lamentela [e questa lagnanza giunse come] un torto alle orecchie dell’Eterno” (Bemidbar 11:1)
Perché si lamentavano?
Rashi commenta che si lamentavano non perché avessero un vero motivo; cercavano solo una scusa per allontanarsi da HaShem. Trovando la scusa per lamentarsi, si sentivano giustificati per il fatto di tenere le distanze dal Creatore.
 Se ci rendessimo conto di tutto quello che HaShem fa per noi, non avremmo un atteggiamento lamentoso. Ci sono volte in cui si hanno delle esigenze inappagate, altre in cui si soffre. Questo è proprio il momento di agire e pregare.
Lamentarsi è sbagliato. Quando ci si lamenta non si vuole necessariamente migliorare la situazione, ma si vogliono avere i benefici della lamentela, sentirsi liberi dagli obblighi che abbiamo nei confronti di HaShem per tutto il bene che ci fa, ci ha fatto e ci continuerà a fare. Inoltre, chi passa la vita a lamentarsi non apprezzerà quanto di buono c’è nella sua vita.
Quando ci si concentra esclusivamente su quello che non si ha, non ci si rende conto di quello che si ha. Non importa quanto tu abbia, ci sarà sempre qualcosa di cui lamentarti se ti impegni a trovarlo. Questo atteggiamento, non solo è un mezzo per rovinarsi l’esistenza, ma è anche l’esatto contrario dell’obbligo che abbiamo di essere grati ad HaShem. Chiunque abbia questa cattiva abitudine, deve fare uno sforzo considerevole per cominciare ad abituarsi ad apprezzare quello che ha e quello che gli succede. Questo è fondamentale sia da un punto di vista spirituale che per essere felici nella vita. Questo si applica specialmente nei rapporti fra marito e moglie!

Spazzare il pavimento durante Shabbat

È permesso spazzare il pavimento durante Shabbat?
Lo Shulchan Aruch (Orach Chaim 337:2) stabilisce che è permesso spazzare pavimenti finiti durante Shabbat, ossia pavimenti rivestiti in marmo, legno e simili. Molto tempo fa, la maggior parte delle persone non avevano un vero pavimento in casa, il terreno stesso costituiva il pavimento. Lo Shulchan Aruch stabilisce che non si possa spazzare il terreno, perché questo comporterebbe inevitabilmente l’azione di “Ashvuyè Gumot” – riempire con lo sporco i buchi nel terreno, azione proibita durante Shabbat. Anche se chi spazza per terra non ha alcuna intenzione di riempire i buchi nel terreno, spazzare è vietato per l’inevitabile conseguenza. Il principio di “Psik Resha” stabilisce che non si può compiere un’azione durante Shabbat che ha come inevitabile risultato quello di trasgredire lo Shabbat, anche se non si ha la minima intenzione di ottenere quel risultatoattraverso la propria azione. Quindi, anche se chi spazza per terra non ha alcuna intenzione di riempire i buchi, questo è vietato durante Shabbat.
Ovviamente le case odierne sono generalmente ben pavimentate con legno o altre superfici, ed è quindi completamente permesso spazzare il pavimento durante Shabbat. Però, se una persona dovesse avere un’area in cui la pavimentazione non è stata completata, non può spazzare in quella parte della casa durante Shabbat. Allo stesso modo, se una persona ha una sezione non pavimentata nel cortile che vuole pulire, non può spazzare quella zona durante Shabbat.

È possibile chiedere a un gentile di spazzare il pavimento durante Shabbat?
Generalmente è proibito domandare o istruire un gentile al fine di compiere un’attività proibita per un ebreo durante Shabbat. E’ però possibile chiedere a un gentile di spazzare il cortile non pavimentato o una parte non pavimentata della casa. Il Chacham Ovadia Yosef scrive che la proibizione di “Amirà Lenochrì” (chiedere a un gentile di compiere un’attività vietata durante Shabbat) non si applica alle azioni vietate in virtù del principio di “Psik Reisha”. Situazioni di “Psik Reisha” sono vietate derabbanan e i Saggi non
hanno stabilito che sia vietato chiedere a un gentile di compiere un’azione che implica il compimento di uno “Psik Reisha”. Visto che la persona non ha ovviamente nessun interesse a riempire i buchi del terreno, si può chiedere a un gentile di spazzare il terreno durante Shabbat.

Riassumendo: è possibile spazzare il pavimento della propria casa durante Shabbat, ma non è possibile spazzare la zona al di fuori della casa non pavimentata o una zona non terminata del pavimento all’interno. Si può però domandare a un gentile di farlo.

Shabbat Shalom!!
  

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