La parashà di Toledot… in brevissima!
Rivkà (Rebecca) partorisce Esav (Esaù) e Jaacov (Giacobbe). Esav vende la sua primogenitura a Jaacov per un piatto di lenticchie. Izchak soggiorna a Gerar con Avimelech, re dei filistei. Esav sposa due donne Hittite, arrecando grande pena ai suoi genitori.
Jaacov, sotto consiglio di sua madre, fa finta di essere Esav per prendere la berachà (benedizione) della primogenitura, dal padre Izchak, ormai cieco. Esav, infuriato, programma di uccidere Jaacov, così Jaacov parte e va da suo zio Lavan (Labano) a Padan Aram (sotto consiglio dei genitori). I genitori gli consigliano inoltre di sposare la figlia di Lavan.
Esav capisce che le sue due mogli hittite arrecano dispiacere ai genitori, così prende in moglie una terza donna, Machalat, la figlia di Ishmael (Ismaele).
Dvar Torà
Basato su “Growth Through Torah” di Rav Zelig Pliskin
La Torà afferma:
"E Itzchak amava Esav, perché era un cacciatore con la sua bocca…" (Bereshit 25:28).
Questo significa che Esav (Esaù) riusciva ad ingannare suo padre facendogli credere che fosse un giusto.
Rav Eliahu Dessler, cita l’Arizal (un famoso cabalista) che dice che è un errore pensare che Esav fosse un ipocrita totale che cercava semplicemente di ingannare suo padre. Se Izchak (Isacco) ha commesso un errore deve esserci una buona ragione. Il problema era che Esav teneva la sua spiritualità “nella sua bocca”, senza assimilarla. Parlava di questioni spirituali, senza essere una persona spirituale.
Quindi, dice Rav Dessler, chiunque faccia discorsi etici e spirituali senza lasciare che questi gli penetrino il cuore e l’anima, è un collega di Esav il malvagio.
Il divieto di scrivere durante shabbat
Una delle trentanove categorie di attività vietate durante shabbat è quella di “cotev”, scrivere. Una persona che scrive due lettere in modo tale che la scrittura sia permanente, senza scomparire, trasgredisce la proibizione di scrivere durante shabbat.
Lo Shulchan Aruch (Orach Chaim 340:4) cita alcune situazioni in cui scrivere è proibito miderabbanan, ossia secondo istituzione rabbinica. Nonostante questo genere di scrittura non sia proibito esplicitamente nella Torà scritta, lo è secondo quanto stabilito da Chazal (i Saggi del Talmud). Uno di questi casi può essere per esempio scrivere con le dita in un liquido che si è versato su di un ripiano, o nella cenere.
La Mishnà Berurà (commento del Rav Israel Meir Kagan di Radin, 1839-1933) descrive un’altra situazione in cui scrivere è vietato miderabbanan: scrivera sulla condensa che si forma su vetri e finestre. I bambini spesso si divertono a scrivere il proprio nome o altre cose sulle finestre su cui si è formata una condensa, cosa che accade frequentemente durante l’inverno. Questo tipo di scrittura non è vietato direttamente dalla Torà ma è comunque vietato miderabbanan.
Il Ramà (Rabbì Moshè Iserless di Cracovia, 1525-1572) stabilisce che è possibile formare la sagoma delle lettere nell’aria con il movimento delle dita. Per esempio, se una persona vuoledescrivere la forma di una lettera a qualcuno, può farlo disegnandola in aria. Considerando che attraverso il movimento in aria non si forma nulla, ciò non è vietato, perfino miderabbanan.
Riassumendo: è vietato scrivere di shabbat, perfino in un liquido che si è versato su di un ripiano, o nella cenere. Allo stesso modo non si può scrivere sulla condensa di vetri e finestre. È possibile però formare la forma delle lettere in aria.
Shabbat shalom!
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