Newsletter Parashat Corach 5773

La Parashàh… in brevissima!

Ci sono due ribellioni nella Parashàh di questa settimana. Nella prima, Corach, un levita che è stato nominato leader della propria tribù, sfida Moshè per la carica di sommo sacerdote. Nessuna ribellione che si rispetti può essere fatta passare come un desiderio di conquista personale, così Corach convince oltre 250 uomini di fama a ribellarsi per una questione di principio – ossia che ognuno di loro ha potenzialmente il diritto di essere eletto Sommo Sacerdote (dopo che Moshè ha già annunciato che HaShem ha designato suo fratello Aharon per svolgere questo ruolo).
Straordinariamente, tutte le 250 persone accettano la proposta di Moshè di portare un’offerta d’incenso per vedere chi HaShem sceglierà per svolgere quel ruolo. [Tranne uno, On ben Pelet, che viene salvato dalla moglie.] Questo significa che ognuno dei 250 uomini credeva di poter essere adatto non solo ad essere il prescelto, ma di sopravvivere alla prova. Moshè annuncia che se la terra si aprirà inghiottendo i ribelli, è il segnale che egli (Moshè) sta agendo secondo la Volontà di HaShem. E questo è proprio quello che accade!
Il giorno seguente, la congrega di Israele si ribella nuovamente lamentandosi nei confronti di Moshè: “Hai ucciso le persone di HaShem!”.
L’Eterno fa diffondere una piaga che uccide 14.700 persone [oltre coloro che erano già morti con la congrega di Corach], e che si ferma solo quando Aharon offre l’incenso.
Per risolvere la questione una volta per tutte, Moshè chiede ai capi delle tribù di portare un bastone con il proprio nome scritto su di esso. Il giorno seguente il bastone di Aharon fiorisce e produce alcune mandorle. Viene mostrata la cosa al popolo e il bastone di Aharon viene messo di fronte alla tenda dell’Arca della Testimonianza.

Dvar Toràh
basato su “Growth Through Torah” di Rav Zelig Pliskin

La Toràh afferma:
“Corach, figlio di Ytzhar, figlio di Kehat, figlio di Levi intraprese [una contesa], insieme a Datan e Aviram, figli di Eliav e On, figlio di Pelet, figli di Reuven. … Essi si associarono contro Moshè e Aharon”. (Bemidbar 16:1,3)
Quale era la motivazione di Corach per ribellarsi a Moshè?

 Corach ha provato a reclutare altri ribelli contro Moshè. Si lamentava del fatto che Moshè stesse prendendo troppa gloria e potere per se stesso e per suo fratello Aharon. “L’intera congrega è santa e HaShem è fra loro” diceva Corach. Voleva dare l’impressione di essere interessato all’uguaglianza e al benessere di tutto il popolo.
Rashi cita il Midrash Tanchuma in cui viene spiegato che Corach si ribella nei confronti di Moshè perché era geloso del principato di Elitzafan, figlio di Uzziel. Moshè aveva nominato Elitzafan sulla famiglia di Kehat sotto comando di HaShem. Corach però diceva: “Mio padre è uno di quattro fratelli. Amram era il primogenito e i suoi due figli (Moshè e Aharon) hanno ricevuto ruoli di prestigio. Uno è diventato re e l’altro sommo sacerdote. Su chi dovrebbe ricadere il prossimo ruolo di prestigio disponibile? Sicuramente su di me, il figlio di Ytzhar, che è il secondogenito. Però Moshè ha nominato Elitzafan come principe della famiglia di Kehat, anche se è discendente di un figlio più piccolo. Quindi mi ribellerò contro di lui e nullificherò le sue parole.”
Spesso quando una persona istiga una polemica è motivata dal desiderio di guadagno personale. Per riuscire a guadagnare seguaci però, dice di essere interessata al bene degli altri. Una persona dovrebbe essere consapevole di questa tendenza in modo da non essere indotta a partecipare a polemiche.

 

Corach (Devarim 16-18)

Tutti sulla stessa barca
Quando Moshè prega HaKadosh Baruch Hu per il bene del popolo ebraico, chiede come sia possibile che un solo uomo (Corach) trasgredisca i precetti di HaShem e HaShem si adira con l’intero popolo? Può un singolo uomo avere effettivamente effetto su tutta una nazione?
La risposta è si, certamente, si. Dal punto di vista di HaShem è facile da vedere – noi siamo responsabili uno per l’altro, e se una persona fa qualcosa che non va bene ne condividiamo tutti la responsabilità.
Questo concetto può essere compreso anche da un punto di vista pratico. I Chachamim ci forniscono un’analogia molto carina. È come se una persona si trova su una barca piena di persone e scava un buco sotto al suo posto. Gli altri gli urlano di fermarsi, ma egli non riesce a capire perché se la prendano con lui, dopo tutto sta scavando il buco solo sotto il suo sedile,non il loro!!
È facilmente riscontrabile nella pratica che l’abbattimento degli alberi nella foresta pluviale in Brasile ha effetti su chi vive in Australia. Allo stesso modo, chi vive in Cina e riempie l’atmosfera con gas ad effetto serra, causa al resto del mondo l’avanzamento del deserto. Però, l’analogia della barca ha senso anche da un punto di vista spirituale.
Tutti viviamo su una barca e quella barca è la nostra società. Se affonda, affondiamo tutti. Se va da qualche parte, andiamo tutti da quella parte. Se una persona è immorale nella propria casa quando nessuno la vede, sta comunque scavando un buco sotto al suo sedile. Perché abbassando il suo livello di moralità, ha effetti su tutti coloro che gli stanno intorno (e non solo). Che ci piaccia o no, rispondiamo uno per l’altro. Persone che si comportano bene ci portano in alto e chi si comporta meno bene ci porta in basso. Le persone sono influenzate da chi le circonda e ognuno fa parte del circondario dell’altro. Abbiamo effetti sugli altri in base a chi siamo e come ci comportiamo.
La trasgressione di un singolo uomo, ha effetti su tutto il popolo, seppur in modo relativamente lieve. Però, la somma di molte piccole decisioni possono avere un’influenza enorme. Le nostre decisioni e le nostre azioni contano, non solo per le nostre vite e per quelle di chi ci sta intorno.


È possibile durante Shabbat usare una saliera che contiene chicchi di riso o è considerato setacciare (Melachàh proibita durante Shabbat)?

Molte persone usano mettere nella saliera dei chicchi di riso in modo che assorbano l’umidità e il sale esca meglio. Quando si scuote la saliera, il sale esce fuori e i chicchi di riso restano dentro. A prima vista, questo potrebbe costituire il divieto di Meraked, una delle 39 categorie di azioni vietate durante Shabbat, ossia setacciare (rimuovere elementi indesiderati dalla farina, in modo che la farina scenda in basso attraverso i buchi del setaccio e le parti indesiderate restino in alto). Questo è esattamente quello che accade con una saliera contenente sale e riso, perché il sale scende e il riso resta nella saliera.
In ogni modo, Rabbì Moshè HaLevi, nella sua opera “Tefillàh LeMoshè”, permette di usare una saliera di questo tipo durante Shabbat, anche se contiene riso. Stabilisce questa normain base a diversi fattori. La saliera, a differenza del setaccio, non è uno strumento pensato appositamente per svolgere il ruolo di rimuovere elementi indesiderati dal cibo. Inoltre, quando si scuote la saliera non si ha l’intenzione di usarla come setaccio, ma si vuole solo che il sale cada sul cibo. Per di più, si usa la saliera durante il pasto, a differenza di quando si setaccia la farina, azione compiuta per la preparazione del cibo. Questo genere di “setacciamento” è quindi considerato “Derech Achilàh” – una normale parte del processo di mangiare, permessa dalla alachàh.

Riassumendo: è possibile usare una saliera durante Shabbat, anche se contiene chicchi di riso che rimangono in essa e il sale scende sul cibo.

  

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