Newsletter Parashat Balak 5773

La Parashàh… in brevissima!

La Parashàh di questa settimana rivela degli aspetti psicologici affascinanti.
A Bilaam, un profeta non ebreo, viene concesso un livello di profezia che si avvicina molto a quello di Moshè Rabbenu. L’Onnipotente dona a Bilaam questi poteri così che le genti delle nazioni non possano dire in futuro: “Se avessimo avuto un profeta come Moshè Rabbenu, anche noi avremmo accettato la Toràh e avremmo vissuto in base ai suoi insegnamenti”. Bilaam è un personaggio intrigante – alla ricerca di onore, arrogante, egoista. Purtroppo caratteristiche non così rare fra gli esseri umani.
Balak, il re di Moav, assume Bilaam per maledire il popolo ebraico in cambio di una fortuna in denaro. La cosa interessante è che Balak credeva nel Signore e nel potere di invocare chas veshalom una maledizione da parte sua, ma era convinto che HaShem avrebbe potuto cambiare idea riguardo al “popolo eletto” (ma HaShem non è un essere umano che può cambiare idea). Bilaam era molto desideroso di accettare l’incarico di maledire il popolo.
L’Onnipotente permette a Bilaam di andare da Balak (facendo attenzione a dire solo quello che gli ha detto HaShem). HaShem dona ad ogni essere umano il libero arbitrio e permette di andare nella direzione scelta. Bilaam ha provato a maledirci tre volte e per tre volte HaShem mette nella sua bocca parole di benedizione. Balak era furioso! Così, Bilaam gli dà dei consigli con la speranza di meritare la sua parcella – “Se vuoi distruggere il Popolo Ebraico, fai sedurre gli ebrei dalle donne Moabite e dì loro di non presentarsi fin quando gli uomini si saranno inchinati a un idolo”. Balak segue il consiglio e come conseguenza HaShem manda una piaga sul popolo ebraico a causa degli uomini che sono caduti nel piano di Balak.

 

 

Balak (Devarim 22:2-25:9)

La casa ebraica

Di Rav Shaul Rosenblatt
Nella Parashàh di questa settimana Bilaam fa un grande elogio al popolo ebraico :
“Ma tovu ohalechàh Yaacov” ~ “Quanto sono belle le tue tende, Oh Yaacov” (Devarim 24:5).

I nostri saggi spiegano che Bilaam nota che le tende del popolo ebraico nel deserto erano attentamente allineate in modo che nessuno potesse vedere nella casa dell’altro. Bilaam voleva maledire il popolo ma grazie alla loro modestia non è stato in grado di farlo.

Tutto ciò nasconde un messaggio di fondo. Il potere del popolo ebraico è costituito dalle lorocase. Le case, non gli individui, sono gli elementi base del popolo. Le case fanno molto di più di creare degli individui, le case coltivano gli individui. Una casa stabile, con forti valori ed una educazione focalizzata, è l’elemento fondamentale nel creare un forte popolo.
Le scuole costituiscono una parte importante del sistema educativo, ma i genitori che pensano di lasciare alla scuola il compito di creare degli individui con una forte moralità realizzeranno il proprio errore quando ormai sarà troppo tardi. Anche tenendo in considerazione il libero arbitrio, la responsabilità maggiore su che tipo di persone saranno i propri figli ricade sui genitori. In caso di mancanze Chas VeShalom, non si può semplicemente prendersela con la scuola, con l’ambiente, con gli amici. L’influenza maggiore viene data a casa.
È facile a dirsi ma non a farsi. Crescere dei figli richiede un’incondizionata Siata DiShmaia (aiuto Divino). Però, rendersi conto della realtà è il primo passo per migliorarla. Affidiamoci su noi stessi, che comportandoci in base a quanto comandato da HaShem, possiamo creare un ambiente in cui i nostri figli possano prosperare e svilupparsi in individui con forti valori che contribuiscano in modo positivo alla società che li circonda. Come sappiamo da Bilaam che per merito delle nostre case non ha potuto maledire.

Devar Toràh
da Twerski on Chumash di Rav Abraham J. Twerski, M.D.
Il Talmud descrive le caratteristiche dei discepoli di Avraham: occhio benevolo, spirito umile e un’anima mite. Le caratteristiche dei discepoli di Bilaam sono: occhio malvagio, spirito arrogante e un’anima avida (Pirkè Avot, 5:2).
Perché il Talmud si focalizza sui “discepoli” di Avraham e Bilaam? Perché non cita le differenze fra Avraham e Bilaam stessi?
La risposta è che chiunque veda Avraham e Bilaam potrebbe non essere in grado di cogliere le differenze fra i due. Dopotutto, non si è forse Bilaam soggiogato completamente ad HaShem? “Se [anche] Balak mi donasse la sua casa colma d’argento e d’oro, non potrei violare la parola dell’Eterno mio Signore” (Bemidbar 22:18). “Egli ribatté e disse ‘Io devo stare attento, [avendo il permesso] di dire solamente quello che l’eterno mi mette in bocca’ ” (Bemidbar 23:12). Non sono queste le parole di uno Zaddik (giusto)? Chiunque senta le parole di Bilaam potrebbe arrivare alla conclusione che sia una persona che teme fortemente il Cielo.
Le apparenze possono ingannare. Se vuoi sapere la vera natura di una persona, guarda i suoi discepoli. La vera natura di una persona viene rivelata in coloro a ci ha insegnato, il gruppo di studenti come unico. Il loro carattere, il loro comportamento e le loro credenze riflettono quelle del loro insegnante.


Per quale motivo si digiuna il 17 di Tamuz? Cosa si intende con l’espressione “Ben Hametzarim?”
La prossima settimana (mar 25 giu ’13 leminianam) ci sarà il digiuno del 17 di Tamuz. Vediamo insieme alcuni aspetti relativi a questo particolare periodo del calendario ebraico.

Le tre settimane che vanno dal 17 di Tamuz al 9 di Av sono state storicamente caratterizzate da disgrazie e calamità per il popolo ebraico. In questo periodo, entrambi i Bet HaMikdash sono stati distrutti e sono avvenute altre tragedie.
Ci si riferisce a questo periodo come al periodo di “Ben HaMetzarim” (fra le ristrettezze), in base al verso: “Tutti i suoi oppressori l’hanno soggiogata fra le ristrettezze” (Echàh 1:3).
Durante questo periodo tutto il popolo osserva diversi atteggiamenti luttuosi. Si riducono al minimo gioie e festeggiamenti – non si celebrano matrimoni, non si ascolta musica, non ci si tagliano i capelli e non ci si rade la barba. Le manifestazioni luttuose aumentano con l’avvicinarsi del 9 di Av.
Visto che l’attributo Divino del giudizio (din) è sentito molto fortemente, si evitano situazioni potenzialmente pericolose o rischiose.
Nelle Haftarot degli Shabbatot delle Tre Settimane, si prendono brani dai libri del Profeta Isaia e dal Profeta Geremia che trattano della distruzione del Bet HaMikdash (sia ricostruito presto e ai nostri giorni) e dell’esilio del Popolo Ebraico
Soffrire per questi eventi serve per aiutarci a conquistare quelle mancanze spirituali chehanno fatto si che queste tragedie accadessero. Attraverso il processo di “Teshuvàh” – auto introspezione e impegno a migliorare – abbiamo la possibilità di trasformare la tragedia in gioia. Infatti, nel Talmud viene detto che dopo la redenzione finale e la ricostruzione del Bet HaMikdash, questi giorni si trasformeranno in giorni di gioia e festività.
È raccontata una storia a proposito di Napoleone che camminava per le strade di Parigi il giorno del 9 di Av. Passando accanto a una Sinagoga ha sentito un suono di lutto e di pianto. “Che cosa significa tutto questo?” Ha chiesto. Il suo aiutante gli ha risposto che gli ebrei erano in lutto per la perdita del Santuario. “Quando è avvenuta?” Chiede Napoleone. “Circa 1700 anni fa” Risponde l’aiutante. “Sicuramente, delle persone che sono state in lutto così tanto tempo per la perdita del loro Santuario, avranno il merito di rivederlo costruito!”
Il 17 di Tamuz
Il periodo delle tre settimane di lutto comincia con il 17 di Tamuz, un giorno di digiuno che ricorda la caduta di Gerusalemme prima della distruzione del Bet HaMikdash.
Il 17 di Tamuz non si può mangiare né bere dall’alba al tramonto (se il digiuno capita di Shabbat si sposta alla domenica).
in questo giorno sono accadute 5 catastrofi nella storia ebraica:

1. Moshè ha rotto le Tavole ricevute sul Sinai a causa del peccato del vitello d’oro.
2. Le offerte quotidiane che si portavano nel primo Bet HaMikdash sono state interrotte durante l’assedio di Gerusalemme dopo che i Coanim non potevano più ottenere animali da sacrificare
3. La breccia alle mura di Gerusalemme prima della distruzione del secondo Bet HaMikdash per mano dei romani.
4. Prima della rivolta, il generale romano Apostamos ha bruciato un Sefer Toràh – creando un precedente per l’orribile bruciatura di libri sacri nel corso dei i secoli.
5. Un’immagine idolatra è stata posta all’interno del Bet HaMikdash – uno sfacciato atto di blasfemia e dissacrazione.


Shabbat Shalom!
  

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