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Dvar Torà
basato su “Growth Through Torah” di Rav Zelig Pliskin

La Toràh afferma:
"E Jaacov risiedette..." (Bereshit 37:1).
Rashi, il grande commentatore, cita i saggi che dicono che Jaacov voleva vivere in pace e serenità. Però non è stato così. Iniziano a quel punto i problemi con il figlio Josef. L’Onnipotente ha detto “Non basta agli giusti ricevere la loro ricompensa nel mondo futuro? Perché hanno bisogno di vivere serenamente anche in questo mondo?”
Che male c’è a voler vivere in serenità? Jaacov voleva essere sereno non per fare il suo comodo, ma per poter essere in grado di crescere spiritualmente.
Rav Yerucham Levoviz spiega che lo scopo di questo mondo è quello di elevarsi superando i numerosi test a cui siamo sottoposti giorno dopo giorno. Lo scopo è quello di crescere spiritualmente da ogni situazione. Per questo non è considerato adatto il fatto che Jaacov abbia posto l’attenzione sulla serenità.
Questo, dice Rav Yeruchem, è un comportamento che dovremmo tutti interiorizzare. Tutto quello che ci accade in questo mondo può farci diventare delle persone migliori. Quando si ha questa consapevolezza, tutto quello che capita nella vita può essere visto sotto una luce positiva. Prima, dopo e durante ogni avvenimento bisogna riflettere sul nostro comportamento e le nostre reazioni. Chiediti: “Che tipo di persona sono dopo quello che è successo? Come sono andato in questo test? Sono riuscito a passarlo in un modo positivo?”

La ricompensa per l’accensione dei lumi

La Ghemarà in massechet shabbat  (23b) dice che Rav Huna passava spesso fuori la casa di Rabbi Avin, e notava che molte candele erano accese in casa sua. Rav Huna dichiara che due grandi talmidè chachamim usciranno da Rabbì Avin, e quello che ha detto si è successivamente avverato. Allo stesso modo la ghemarà riporta che  Rav Chisda passava spesso fuori la casa di Rav Shizvi e notava che molte candele erano accese nella casa. Anche Rav Chisda dichiara che un grande talmid chacham uscirà da Rav Shizbeh.
I saggi insegnano che “chi è abituato a[d accendere] candele avrà figli talmidè chachamim”. Questo significa che la ricompensa dell’osservanza meticolosa dell’accensione dei lumi di shabbat e dei lumi di chanukàh, è quella di avere figli che saranno talmidè chachamim. Così, quando Rav Huna e Rav Chisda hanno visto delle case che osservavano queste mizvot meticolosamente, si sono resi conto che da case del genere usciranno figli talmidè chachamim. Il Maarshà (Rabbi Shemuel Eliezer Eidels, Poland, 1555-1631) nota che Rav Huna prevede che emergeranno due talmidè chachamim dalla casa di Rav Avin. Spiega che Rav Avin era meticoloso sia nell’accensione dei lumi di chanukàh che nell’accensione dei lumi dello shabbat, perciò avrebbe meritato di avere due figli talmidè chachamim.
Questo dimostra l’importanza speciale di queste due mizvot, e la grande ricompensa che possiamo meritare compiendole meticolosamente. Questo vale in particolar modo nello shabbat che cade durante chanukkàh, quando abbiamo due mizvot collegate ai lumi – una spetta alla moglie (i lumi di shabbat) e una spetta al marito (i lumi di chanukkàh). Quando accendiamo i lumi di shabbat e i lumi di chanukkàh, abbiamo il dovere di assicurarci di accenderli nella giusta maniera: a tempo debito, con materiali adatti, con intenzioni adatte, così da poter meritare l’immensa ricompensa che è promessa per coloro che sono meticolosi nell’osservare queste mizvot.
Rav Chaim Brim nota che la ghemarà dice che la ricompensa per queste mizvot è quella diavere figli talmidè chachamim. Perché non dice che la ricompensa è quella che la persona stessa che accende diventerà talmid chacham? Questo dimostra che la vera gioia, la vera soddisfazione, è quella di vedere i propri figli eccellere nello studio e nell’osservanza della Toràh. Avere dei figli che diventino talmidè chachamim è una ricompensa molto più grande, e quindi la ghemarà parla dei figli.

Shabbat shalom!
  

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