Parashat Terumàh - 5772



Dvar Torà

basato su “Grown Through Torah” di Rav Zelig Pliskin

Sulla costruzione dell’Arca Santa – che avrebbe poi contenuto la Toràh, le Tavole con i dieci comandamenti, le tavole rotte con i dieci comandamenti (che Moshè ha rotto quando ha visto gli ebrei che commettevano avodà zarà con il vitello d’oro), un contenitore con la manna – la Toràh afferma:
 “Farai due cherubini d’oro…” (Shemot 25,18)
Questi Cherubini erano posizionati sul coperchio dell’Arca. Perché abbiamo ricevuto il comandamento di posizionare sull’arca due Cherubini (piccoli angeli alati, ritratti come bambini paffuti dal volto roseo)?
L’Arca simboleggia lo studio della Toràh. I cherubini ci ricordano di considerare noi stessi come bambini piccoli quando si tratta di studio di Toràh – ciò significa studiare con stupore, freschezza, apertura, apprezzamento. Non importa quanto tu sappia, rispetto a quanto c’è ancora da imparare, hai appena cominciato. Per questo motivo uno studioso di Toràh è sempre chiamato Talmid Chacham – uno studente di un uomo saggio. Più si è saggi e più si sa di non esserlo sufficientemente.

Le donne sono obbligate ad ascoltare la parashà di Zachor??

Lo shabbat che precede purim è conosciuto come “shabbat zachor”, si prende un secondo Sefer Toràh dall’Echal e si legge la sezione di “zachor”. Questo pezzo parla di Amalek, che ha attaccato il popolo ebraico mentre era ancora nel deserto, dopo l’apertura del Mar Rosso. Leggendo questa parte compiamo il precetto della Toràh di ricordare questo episodio almeno una volta all’anno.  La sezione di zachor va letta da un Sefer Toràh kasher in presenza di minian.
Anche le donne hanno l’obbligo di compiere questo precetto?
Il Sefer Hachinuch (opera anonima sulle 613 mizvot, attribuita da alcuni a Rabbi Aharon HaLevi, Spagna, 1235 – 1300) sostiene che le donne  non sono vincolate da questo obbligo. Sostiene, che visto che l’obbligo consiste nel ricordare l’ostilità di Amalek e fare la guerra contro questa nazione nemica, le donne, che non vanno in battaglia, sono escluse da questa mizvàh. Molti altri però, discutono la posizione del Sefer HaChinuch, notando che in caso di una “milchemet mizvàh” (una guerra che la Toràh obbliga il popolo ebraico a combattere), perfino le spose novelle devono partecipare agli sforzi bellici.
Chacham Ovadia Yosef stabilisce che, essendo il tema soggetto a dibattito, le donne dovrebbero preferibilmente fare uno sforzo per venire al Bet HaKneset per ascoltare la lettura di zachor. Però, se una donna non può uscire di casa a causa degli impegni con i bambini etc., allora è esentata dal compiere la mizvàh.
È possibile estrarre un Sefer Toràh, più tardi il giorno di shabbat zachor per leggere la sezione di zachor per le donne che non sono potute venire alla tefillàh del mattino?
Chacham Ovadia Yosef stabilisce che è permesso, a condizione che dieci uomini siano presenti alla lettura. Ovviamente, nessuno è chiamato a salire al Sefer Toràh durante questa lettura, e non si recitano le berachot. Il Rav o il chazan è opportuno che annuncino prima di cominciare a leggere, che il pubblico deve avere in mente di compiere la mizvàh di leggere la zezione di zachor ascoltando la lettura pubblica.
Riassumendo: le donne che possono recarsi al Bet HaKneset per la lettura di zachor dovrebbero farlo; si può organizzare una seconda lettura più tardi per le donne che non sono potute venire la mattina, a condizione che siano presenti dieci uomini.
Shabbat shalom!!

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Dvar Torà

Basato su “Growth Through Torah” di Rav Zelig Pliskin

La Toràh afferma:
 “Se un uomo ruba un bue o una pecora e poi lo uccide o lo vende, egli dovrà pagare cinque buoi per un bue e quattro pecore per una pecora.” (Shemot 21:37)
Perché la punizione per aver rubato una pecora è inferiore rispetto a quella per aver rubato un bue? Quale lezione possiamo apprendere dalla cosa?
Rashi, il grande commentatore del 13° secolo, cita i Saggi del Talmud, secondo cui il motivo per cui si paga di meno per una pecora è perché bisogna portarsela sulle spalle per scappare più velocemente dopo averla rubata. Correre in pubblico con una pecora sulle spalle è imbarazzante, e l’imbarazzo è parzialmente una punizione di per sé.
Rabbi Simcha Zissel di Kelm, commenta che se perfino il leggero imbarazzo di un ladro maldestro può servire per scontare in parte la punizione, tanto più se qualcuno viene imbarazzato o umiliato mentre compie una buona azione! L’azione è più elevata e la ricompensa lo sarà ancora di più!
La nostra lezione: a seconda della pena o della difficoltà che si incontra nel compiere una mizvàh, così sarà la ricompensa. Se qualcuno ti prende in giro o denigra i tuoi sforzi per compiere una mizvàh, non focalizzarti sul dispiacere temporaneo ma sulla grandezza e l’eternità della ricompensa!

 

Aprire un ombrello di shabbat

Si può aprire un ombrello durante shabbat, o si violerebbe il divieto di costruire un “ohel” –una struttura simile a una tenda – ? Ovviamente si sta parlando di un caso in cui si trasporti l’ombrello in un’area in cui sia permesso trasportare. In sé, il fatto di aprire un ombrello, è vietato?
Questa questione ha generato diverse controversie fra le autorità alachike moderne, come riportato lungamente nel Biur Alachà (opera supplementare alla Mishnà Berurà di Rav Israel Meir Kagan, il “Chafetz Chaim”, Lituania, 1835-1933), nel siman 315. Coloro che permettono di aprire un ombrello durante shabbat, paragonano l’ombrello a un “kissè traskal”, un tipo di sedia citata nella Ghemarà che ricorda le sedie pieghevoli moderne. Secondo la Ghemarà, è possibile aprire quel tipo di sedia durante shabbat, anche se crea una sorta di “tenda” nell’area sottostante, visto che la sedia è costituita da un unico pezzo che non richiede di essere ulteriormente montato, basta semplicemente spingere il sedile verso il basso per aprirla. Lo stesso ragionamento potrebbe essere applicato all’ombrello, che per svolgere la sua funzione ha solo bisogno di essere “esteso” verso l’esterno e nessun altro tipo di passaggio.
Altri però, considerano il caso di aprire una sedia pieghevole e quello di aprire un ombrello in modo differente. La Ghemarà permette di aprire una sedia pieghevole perché il suo scopo non è quello di usarla come “ohel” (tenda) per ripararsi da qualcosa. Un ombrello però, ha la funzione specifica di proteggere dalle intemperie, svolgendo effettivamente un ruolo da “tenda”. Secondo il Nodà BeYehudà (opera di responsa di Rav Yechezkel Landau di Praga, 1713-1793), fra gli altri, è vietato aprire un ombrello di shabbat. Questa è la posizione presa dalla stragrande maggioranza delle autorità alachike recenti e contemporanee, fra cui Rabbi Moshè HaLevì, nella sua opera Menuchat Ahavà, e Chacham Ovadia Yosef, nella sua opera Yechavè Daat. Va notato che così come è vietato aprire un ombrello, è vietato anche chiuderlo.
Riassumendo: non si può aprire o chiudere un ombrello durante shabbat.

Shabbat shalom!

 Redazione, traduzione e impaginazione a cura di Angela A. Braha

  

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Dvar Toràh

Basato su “Growth Through Torah di Rav Zelig Pliskin

La Toràh afferma:
 “Se ora ascolterete con attenzione la Mia voce, e osserverete il mio patto, voi sarete il Mio tesoro speciale tra tutti i popoli, perché tutta la Terra Mi appartiene” (Shemot 19:5).
Come è possibile raggiungere questo livello?
Rashi, il grande commentatore, cita la Mechilta, che dice su questo verso “Tutti gli inizi sono difficili”. Quando si prova a crescere spiritualmente, ci si può scoraggiare trovandosi di fronte a delle difficoltà, passando dall’essere entusiasti all’essere disillusi. Si potrebbe pensare “Tutto è così difficile, non ce la farò mai, è inutile provare, è meglio lasciar perdere”.
Se ti dovessi sentire così, ricordati che tutti gli inizi sono difficili. Aspettati delle difficoltà quando inizi a fare qualcosa, così da non farti scoraggiare. L’unico modo per raggiungere i tuoi scopi è quello di persistere.
Non importa quanto le difficoltà siano pesanti, se pensi di avere uno scopo per cui vale la pena combattere, continua a provare. Questo è l’unico modo per avere successo. Molto spesso, le difficoltà sono a breve termine, ma andando avanti tutto diventerà sempre più facile.

 

Aprire il frigorifero durante shabbat se la luce non è stata disattivata

Se di solito si disattiva la lampadina del frigo prima di shabbat, ma non si è certi di averlo fatto, si può aprire il frigo, considerando che forse aprendolo potrebbe attivarsi la luce?
Rabbi Moshè Halevi (Israele, 1961 – 2001), nella sua opera Menuchat Hahavà, stabilisce che in un caso simile è permesso aprire il frigorifero. Ciò perchè non si ha l’intenzione di accendere la luce, ma solo quella di aprire il frigo. Considerando che aprendolo non è certo che si accenda la luce, la situazione non rientra nella categoria di “psik resha” – compiere un’azione da cui deriverà certamente una melachà (azione proibita durante shabbat). Molti Rishonim (autorità alachike medioevali) fra cui il Rambam, il Rashba, il Meiri e il Ran, sostengono che sia possibile compiere un’azione da cui potrebbe derivare una melachà, a condizione che la cosa non sia certa e che la persona non abbia l’intenzione di ottenere quello scopo. Quindi, si può aprire il frigorifero se si è in dubbio che si attivi la luce.
Ovviamente, se aprendo il frigorifero si accende la luce, non lo si può richiudere, perché altrimenti si spengerebbe la luce. Si può però chiedere a un non ebreo o a qualcuno che non ha raggiunto l’età del bar-bat mizvà di chiuderlo.
Se qualcuno sa per certo di non aver disattivato la lampadina del frigorifero, non può aprirlo. Può però chiedere a un non ebreo di farlo. Anche se secondo l’alachà è vietato chiedere a un  non ebreo di compiere una melachà al proprio posto durante shabbat, in questo caso si può chiedere a un non ebreo, perché non gli sta chiedendo di compiere una melachà, ma solo di chiudere il frigorifero. Il fatto che come risultato dell’azione la luce si accenderà non conta, perché la sua richiesta è quella specifica di aprire il frigorifero e non la melachà di accendere la luce. Come detto, in ogni caso non si può aprire il frigorifero da soli.
Riassumendo: se si ha il dubbio se si è disattivata o meno la lampadina del frigorifero prima di shababt, si può aprire il frigorifero durante shabbat. Se la luce si accende, bisogna chiedere a un goy di richiuderlo e non farlo da soli. Se si sa per certo che la lampadina non è stata disattivata, non si può aprire il frigorifero durante shabbat, ma si può chiedere a un goy di farlo al posto nostro.
Shabbat shalom!

Redazione, traduzione e impaginazione a cura di Angela A. Braha